Il durissimo intervento di Scarpinato: “Siamo in guerra, in gioco c'è la nostra democrazia”
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Il durissimo intervento di Scarpinato: “Siamo in guerra, in gioco c'è la nostra democrazia”

Il durissimo intervento di Scarpinato: “Siamo in guerra, in gioco c'è la nostra democrazia”

Riprendo il testo del discorso di Scarpinato: “Siamo in guerra, in gioco c'è la nostra democrazia”. Siamo in guerra, in gioco c'è la nostra democrazia. Ci sono ragioni politiche, ci sono ragioni storiche, ci sono ragioni di tutto il resto. Non dobbiamo parlare solo in termini giuridici, questa norma è come tante altre un tassello di un complesso e organico lavoro in progress che questa maggioranza che assembla le componenti più violente e razionale della nostra classe dirigente sta portando avanti da inizio legislatura un lavoro in progress che mira a necrotizzare progressivamente parti vitali della nostra democrazia, sostituendo il potere visibile, al servizio del Popolo, con un potere invisibile, al ristretto di ristretta oligarchia, al vertice della piramide sociale.

Nel 1980, Norberto Bobbio sottolineava, in un articolo sulla Stampa, che la democrazia è “il governo del potere visibile, cioè del governo i cui atti si svolgono in pubblico sotto il controllo della pubblica opinione”. Se concordiamo con questa definizione di democrazia, non possiamo non prendere atto che questa maggioranza, questa maggioranza , si muove in direzione ostinata e diretta contraria, abbattendone dopo l'altro tutti i controlli pubblici istituzionali che rendono visibile l'esercizio del potere. Noi stiamo parlando della legge bavaglio per la stampa, sostanzialmente hanno imbavagliato il Parlamento, le camere sono ridotte a voti fiduciari che si limitano a votare decreti legge e leggi che vengono blindate senza discussione, e le riforme sulla magistratura sono la legge bavaglio sulla magistratura, decidiamo noi quale indagine debba fare, chi bisogna iscrivere il registro degli indagati, un controllo politico che riporterà l'Italia a tempi antichi, quando nessuno si sognava di fare processi contro i potenti.

Vogliono imbavagliare la Corte dei Conti, potenziando il loro controllo, imbavagliano i cittadini col pacchetto di sicurezza, imbavagliano la Stampa, e sono tutti momenti di sostituzione del potere visibile col potere invisibile. Perché è una politica che è diventata cinghia di trasmissione degli interessi di grandi e piccole lobby, di gruppi di potere, di comitati di Affari, di P3, P4, di logge massoniche più o meno segrete legate da segreti matrimoni con le aristocrazie. Maf-fosse una politica così non può esercitare il potere pubblico in pubblico; deve nascondere; deve renderse invisibile. È una necessità politica sistemica. Ecco perché noi ci troviamo dinanzi a una guerra; non è in gioco questo o quell'articolo dell'ordinamento; in gioco è la sopravvivenza stessa di questa democrazia. Ci siamo raccontati per decenni una storia che non risponde alla realtà; ci siamo raccontati che dopo la cattura del fascismo era iniziata una nuova pagina della storia, che avevamo fatto un nuovo patto sociale; il patto della Costituzione che era una carta in cui si riconosceva la nazione. Ma era falso; una parte consistente delle classi dirigenti di questo paese, le stesse che avevano sostenuto il fascismo, parte consistente del paese non ha mai accettato questa Costituzione; l'ha sempre vissuta come un corpo estraneo; ha cercato di sabotarla con metodi politici, ma anche con metodi cruenti, facendo stragi, omicidi politici, per sovvertire dagli eredi culturali di quelle forze politiche lo stesso progetto di allora, è diventato progetto finalmente attuabile. Il nostro compito è di non renderne inutile il sacrificio di quelli, che per questa Resistenza, per questa Costituzione, sono stati fatti ammazzare durante la Resistenza e dopo.


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