Massimo Giletti sbarca su Rai3 con la nuova trasmissione “Lo Stato delle Cose”, promettendo servizio pubblico e cultura, ma il pubblico lo guadagna La7, la rete che lo avrebbe cacciato perché, sostiene Giletti, “stavo toccando cose che non si devono toccare”. Il nuovo amministratore delegato di Rai, Giampaolo Rossi, si presenta con un talk spaventoso, con Giletti, il cervello di ritorno, strafinanziato e battuto da La7, da Corrado Augias, in una serata capolavoro.
La trasmissione di Giletti è tutto eccetto che Rai Cultura. Si tratta di un talk da giletti gialli, con ospiti intelligenti, ma non nuovo. Il programma ha raccolto un modesto 5,02% di share, contro il 5,13% di Augias, la sua “Torre di Babele”. Augias, che è il conduttore del programma culturale sulla La7, ha una produzione esterna molto costosa, ma almeno ha un tema solido e ospiti saggi.
Giletti, invece, è accusato di aver stabilito da quali vertici Rai farsi dirigere e di aver strappato inviati alle altre trasmissioni con rilanci che Mediaset e La7 definiscono fuori mercato. La sua trasmissione è appoggiata dalla direzione Rai, che cerca di compiacere l'ideologo radicale Pasolini, ma il pubblico lo preferisce Augias sulla La7.
La nuova stagione di “La Torre di Babele” ha conquistato un ascolto medio di 969.525 spettatori, contro gli 924.031 dello show di Giletti. Augias ha conquistato uno share più alto, il 5,27%, contro lo 0,02% di Giletti. Il conduttore del programma culturale di La7, Corrado Augias, ha esortato la sua trasmissione a continuare lungo la stessa direttrice, cercando di intercettare la minoranza colta del Paese.
In conclusione, la sperimentazione di Giletti sulla Rai3 ha dato risultati deludenti, mentre la La7 ha conquistato un pubblico più sostanzioso con la trasmissione di Augias, “La Torre di Babele”. Il new entrant Giletti è accusato di essersi appropriato del finanziamento pubblico e di aver strappato inviati alle altre trasmissioni, nonostante la sua nuova trasmissione non presenti nulla di nuovo o innovativo.