Il legale di Massimo Bossetti: “Quel DNA non dimostra la colpevolezza”
L’avvocato Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti, ha sollevato una questione scientifica fondamentale riguardo al DNA trovato sul luogo del delitto di Yara Gambirasio. Secondo Salvagni, il DNA in questione presenta un’anomalia: manca completamente la componente mitocondriale, che è la parte del DNA più stabile e duratura, in grado di resistere al tempo, al fuoco e alle condizioni più estreme.
Salvagni si chiede come sia possibile trovare un DNA “a metà”, con solo la parte nucleare e non quella mitocondriale. La sua conclusione è che, se la scienza non può spiegare l’assenza del DNA mitocondriale, allora la traccia di DNA non può essere attribuita a Massimo Bossetti.
In sostanza, Salvagni sostiene che se il DNA trovato sul luogo del delitto non contiene la componente mitocondriale, che è la parte più stabile e duratura del DNA, allora non può essere considerato come prova della colpevolezza di Massimo Bossetti. La difesa chiede una spiegazione scientifica per l’assenza di questa componente, altrimenti il DNA non può essere considerato come prova attendibile.
Questa affermazione mette in discussione la teoria secondo cui la presenza del DNA di Massimo Bossetti sul luogo del delitto sia automaticamente una prova della sua colpevolezza. La difesa sostiene che l’attribuzione del DNA a Massimo Bossetti non è così semplice e che ci sono ancora molti dubbi scientifici da chiarire.

