IL MASSACRO DEL CIRCEO

IL MASSACRO DEL CIRCEO

IL MASSACRO DEL CIRCEO

Il 29 settembre 1975, a San Felice Circeo, una località sul mare, due ragazze, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, furono attirate con l'inganno in una villa dove solo una di loro sarebbe sopravvissuta per raccontare l'orrore che si consumò all'interno. L'evento fu opera di tre giovani appartenenti all'alta borghesia romana, Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira, legati da una mentalità violenta, sessista e criminale.

Questo episodio, noto come il Massacro del Circeo, rappresenta uno dei crimini più brutali e simbolici della storia italiana, avvenuto nel cuore degli anni di piombo, un periodo caratterizzato da bande armate, degrado morale e violenza diffusa. , in quel tempo, era una città spaccata e pericolosa, dove la violenza sembrava essere all'ordine del giorno.

Il documentario “Luoghi del Delitto” si propone di ricostruire le ore terribili trascorse nella villa del Circeo attraverso testimonianze, atti giudiziari e l'analisi di Francesco Sala, offrendo un'ampia panoramica del contesto criminale e sociale che rese possibile tale orrore.

Secondo Francesco Sala, nel 1975 era una città criminale, immersa negli anni di piombo, caratterizzata da violenza armata, sia di natura che criminale. In quel contesto, operavano gruppi come la banda dei Marsigliesi, che aveva rapporti con menti raffinatissime del riciclaggio, e gruppi di rapinatori che poi sarebbero diventati parte della famigerata banda della Magliana, guidata da personaggi come Giuseppucci e Abatino.

Il Massacro del Circeo rappresenta quindi non solo un atroce crimine, ma anche un simbolo di un'epoca buia nella storia italiana, un periodo in cui la violenza e il crimine sembravano essere diventati parte integrante della società.


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