Il naufragio del Bayesian e tutti quelli che restano sullo sfondo
Nel mio lavoro, in questi ultimi anni, ho raccontato decine e decine di piccoli e grandi naufragi. A volte, con la bella stagione, con cadenza settimanale. Nel tenere il conto di questa strage continua in mare, mi sono imposto delle piccole regole. Una di queste è evitare, quando parlo di uno dei tanti naufragi che avvengono nel Mediterraneo, di utilizzare parole come “migranti”. Parlo di persone, uomini, donne, bambini. Non di “migranti”, men che meno di “clandestini”. Anche “barcone” è una parola che non mi piace.
Nel melmoso universo dei social, sul quale purtroppo siamo costretti a stare, questo atteggiamento è spiazzante e provoca reazioni molto dure. In tanti me lo rinfacciano: «Perché non scrivete che sono migranti?», «Ci ingannate». E volano i soliti…