IL PARADOSSO DI GARLASCO, INDAGINI SBAGLIATE MA STASI COLPEVOLE.
Il caso del delitto di Garlasco è tornato alla ribalta a causa di un acceso confronto tra l'avvocato Carlo Taormina e l'ex maresciallo Marchetto. Il dibattito si è incentrato sulla famosa bicicletta che non è stata sequestrata durante le indagini, poiché non corrispondeva alla descrizione fornita dalla testimone Bermani. Tuttavia, questo ha sollevato una serie di interrogativi più ampi sulle indagini, che sono state definite come “fatte male” e hanno generato una catena di errori e dubbi mai chiariti.
Quando è stata posta la domanda se Alberto Stasi, condannato per il delitto, sia innocente, Marchetto ha risposto in modo netto: “No, Stasi sta bene lì. E 16 anni per un reato così grave, per me, sono pochi”. Questa affermazione ha acceso un faccia a faccia teso, che ha messo in luce le ombre di un caso mai realmente chiuso.
L'avvocato Taormina ha replicato sottolineando che, considerata la sentenza passata in giudicato, non avrebbe dovuto esprimere opinioni diverse. Ha evidenziato che le indagini sono state condotte in modo inadeguato e che sono stati commessi errori. Tuttavia, quando gli è stato chiesto se Stasi sia innocente, Marchetto ha ribadito la sua colpevolezza.
In sintesi, il caso del delitto di Garlasco rimane aperto e controverso, con interrogativi ancora irrisolti sulle indagini e sulla colpevolezza di Alberto Stasi. Le dichiarazioni di Marchetto hanno riacceso il dibattito, sottolineando la necessità di una revisione approfondita del caso e della sua gestione.
