Il procuratore Lombardo: “Al Parlamento non interessa sapere come contrastare la ‘ndrangheta”
Il procuratore Lombardo rivela la sua preoccupazione per il possibile rischio di concentrazione di potere nel sistema giudiziario italiano. A detta sua, l'istituto del pubblico ministero, futuro separato dal giudice, potrebbe diventare un oggetto di controllo del potere esecutivo, perdendo l'indipendenza che lo caratterizza.
Il procuratore sostiene che il pubblico ministero dovrebbe rimanere legato al giudice, in un equilibrio di potere regolato dal confronto fra le due figure, pena il pericolo di divenire parte integrante del potere, perdendo la sua struttura autoreferenziale. Inoltre, sostiene che l'istituto del pubblico ministero rischia di divenire soggetto a pressioni esterne, superficiali e faziali, anziché essere un guardiano della giustizia.
Il procuratore esprime la sua preoccupazione per l'aumento del potere delle procure della Repubblica, che potrebbe produrre un disastro assai grave se non affrontato nel modo giusto. Inoltre, sostiene che la creazione di un Consiglio Superiore della Magistratura autonoma potrebbe portare a serie di problemi, come la creazione di regole diverse per i giudici e per i pubblici ministeri.
In sintesi, il procuratore Lombardo invoca la ragione e la trasparenza, invitando a riflettere concretamente sulle possibili conseguenze di una suddivisione troppo grande del potere all'interno del sistema giuridico italiano.