Il ricordo di Jerry Calà di Gherardo Guidi 'che brutto risveglio'
Il ricordo di Gherardo Guidi, detto “che brutto risveglio”, è stato un risveglio bruttissimo per me. La notizia della sua morte improvvisa, il patron della Capannina, mi ha procurato un enorme dolore. Era un amico, una persona a cui volevo bene da più di 40 anni. Nonostante non fosse stato bene negli ultimi tempi, aveva superato i suoi problemi di salute, ma un infarto l'ha portato via. Nessuno di noi era preparato.
Mi eravamo conosciuti nel 1983, durante le riprese del film “Sapore di mare”, il mitico film di Carlo e Enrico Vanzina, ambientato a Forte dei Marmi e in gran parte nella Capannina, il locale che furoreggiava sia come tempio della musica seria sia come discoteca per i giovanissimi. Il film è stato un successo che ha connotato un'epoca e rimane tutt'ora un calò radicato nell'immaginario collettivo. E cosa importantissima, mi ha permesso di incontrare Gherardo, con cui non ci saremmo lasciati più. Mi ha legato anche un rapporto di lavoro, un sodalizio durato fino a ieri.
Gherardo mi ha incoraggiato a tornare sul palco, era convinto che avrei funzionato e aveva ragione. Da quel momento in poi, ho continuato a tornare alla Capannina per animare serate musicali intitolate a “Sapore di Mare”, con le musiche degli anni 60 e 80. Serate prese d'assalto dal pubblico sempre calorosissimo.
Quando mi sono sposato, non potevo andare a fare il viaggio di nozze perché avevo in programma alcune date da lui. Gherardo ci organizzò una vacanza in Versilia, in un magnifico albergo, e l'ultima serata si è svolta il 18 agosto scorso, per i 95 anni dello storico locale. Mi resta stampata nella mente l'immagine di Gherardo e me insieme sul palco, tagliamo la torta del fatidico anniversario.
E pensare che all'inizio, quando i Vanzina gli chiesero di poter ambientare alcune scene del film nella Capannina, Gherardo espresse un certo scetticismo, era geloso della sua creatura, si preoccupava che non venisse snaturata. Ma poi la stima per i due fratelli cineasti e la validità del copione prevalsero sulle preoccupazioni e il patron fece entrare la cinepresa nel locale.
Ricordo una delle scene più intense della mia carriera, giocata tutta con gli occhi, il momento finale in cui, ormai invecchiato, incontro il mio ex amore Marina Suma e all'inizio non la riconosco perché gli anni sono passati anche per lei. Ma poi il passato riaffiora e ci scambiamo degli sguardi carichi di nostalgia e tenerezza.
Gherardo amava rievocare gli anni d'oro del locale e i suoi momenti indimenticabili, le esibizioni di Gino Paoli, l'energia di Gloria Gaynor, i capricci di Patti Pravo. Oggi, che non c'è più e il nostro mondo lo piange, penso che Gherardo sia stato bravissimo. Aveva capito che la mitica Capannina avrebbe dovuto crescere, ma rimanendo fedele a se stesso, senza rinunciare all'atmosfera magica degli anni 60 e 80.
Quel palco è stato il mio rifugio, il mio luogo di ritrovo ogni volta che ho avuto bisogno di emozioni, di nostalgia e di allegria. E di questo non smetterò di ringraziare Gherardo, che mi ha dato fiducia, entusiasmo e una nuova linfa.