Il sarcasmo di Renzi: “Prima di Giuli nel cinema c’era l’Unione Sovietica. Sciacallaggio politico”

Il sarcasmo di Renzi: “Prima di Giuli nel cinema c’era l’Unione Sovietica. Sciacallaggio politico”

Il sarcasmo di Renzi: “Prima di Giuli nel cinema c’era l’Unione Sovietica. Sciacallaggio politico”

L’intervento inizia con una critica al ministro Alessandro Giuli, che secondo il relatore non ha fornito informazioni utili nel suo intervento. Il relatore ritiene che Giuli abbia fatto un intervento simile a una delibera e che sia necessario fare riferimento ai suoi interventi precedenti per capire cosa abbia realmente detto.

Il relatore critica inoltre l’affermazione di Giuli secondo cui la Cina e la città sono come l’Unione Sovietica, e chiede se questo significhi che stia facendo un ragionamento storico o geografico. Il relatore ironizza sul fatto che Giuli abbia definito Vladimir Putin un patriota e che abbia fatto un intervento che sembra più una dichiarazione di fede che un’analisi oggettiva.

Il relatore passa poi a parlare del Ministero della Cultura e del fatto che il ministro della cultura, Dario Franceschini, potrebbe essere un “infiltrato del KGB” a causa del suo aspetto e del suo comportamento. Il relatore ironizza sul fatto che Franceschini abbia una barba e dei baffi che potrebbero essere un segnale di mimetizzazione.

Il relatore critica inoltre il fatto che il ministro Giuli abbia affermato che prima di lui c’era l’Unione Sovietica e che questo significhi che il sistema del cinema sia una sorta di “mangiatoia” per i comunisti. Il relatore ritiene che questo sia un errore e che il sistema del cinema sia invece l’identità culturale di un paese.

Il relatore passa poi a parlare della cultura e del fatto che essa sia l’anima di un paese. Ritiene che il teatro e la cultura non possano essere utilizzati come elementi di politicizzazione e che il ministro Giuli abbia sbagliato a declassare il teatro della Pergola.

Il relatore conclude il suo intervento affermando che la cultura è l’anima di un paese e che il governo dovrebbe smettere di utilizzare la cultura come un’arma di diversivo. Ritiene che il governo dovrebbe invece fare una riflessione seria sulla cultura e sulla sua importanza per il paese. Il relatore cita il regista Pupi Avati, che ha affermato che il governo dovrebbe togliere i soldi dal Ministero del Cinema e darli all’agenzia del C.

Il relatore conclude il suo intervento affermando che il governo dovrebbe educare i ragazzi alla lettura, alla poesia e alla filosofia, e non fare liste di proscrizione degli attori. Ritiene che il governo abbia tagliato i fondi per la cultura e che questo sia un errore. Il relatore conclude il suo intervento con un’appello al ministro Giuli perché impari a studiare la storia del paese prima di fare interventi sulla cultura.


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