Il sistema San Michele, appalti e consulenze ai fedelissimi Fdi: “È come se fosse il mio portafogli”
L’Istituto Romano San Michele è la seconda azienda pubblica di servizi alla persona più grande d’Italia. Dal 2023, il presidente dell’istituto è Giovanni Libanori, un esponente di Fratelli d’Italia, scelto dalla Regione Lazio. Libanori è considerato un fedelissimo del deputato Luciano Ciocchetti e dell’assessore regionale Massimiliano Maselli.
Negli ultimi due anni, l’istituto è diventato un centro di appalti, consulenze e contributi che spesso vengono assegnati a persone vicine al gruppo politico di Fratelli d’Italia. Ciocchetti, Maselli e Libanori sono tre politici ex democristiani che sono passati a Fratelli d’Italia e sono ora al centro di un sistema di appalti e incarichi distribuiti dall’istituto.
L’istituto ha un patrimonio di oltre 110 milioni di euro tra immobili e terreni, e il presidente Libanori ha speso soldi pubblici senza trasparenza, assegnando appalti e consulenze a società e persone legate al suo partito. Tra gli appalti ci sono quelli per la ristrutturazione di una palazzina storica dell’istituto, per la costruzione di un nuovo reparto di riabilitazione e per la fornitura di arredi.
Inoltre, l’istituto ha assegnato contributi a due Onlus senza un regolamento né avvisi pubblici, ma in base a criteri del tutto discrezionali. Le Onlus in questione sono collegate tra di loro e hanno ricevuto soldi per realizzare progetti che non sembrano essere stati mai realizzati.
Il sistema messo in piedi dai tre uomini di Fratelli d’Italia prevede anche decine di incarichi e consulenze date ad amici e compagni politici. Tra questi ci sono avvocati, psicoterapeuti e società di motonautica che hanno ottenuto incarichi e appalti dall’istituto.
Nonostante le irregolarità, Libanori non sembra sentire ragioni e continua a utilizzare l’auto aziendale e gli autisti dell’istituto per motivi personali. L’istituto è diventato un vero e proprio cantiere permanente, con lavori affidati a società della zona dei Castelli Romani o di altre roccaforti elettorali del gruppo di Ciocchetti.
La gestione dell’istituto è stata criticata per la mancanza di trasparenza e per l’utilizzo dei soldi pubblici per fini personali e politici. Nonostante le critiche, i tre uomini di Fratelli d’Italia continuano a gestire l’istituto senza rispondere alle domande dei giornalisti e senza fornire spiegazioni sulla gestione dei soldi pubblici.

