Il surreale intervento di Giuli alla Biennale. Crozza riuscirà a fare di più e meglio?
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Il surreale intervento di Giuli alla Biennale. Crozza riuscirà a fare di più e meglio?

Il surreale intervento di Giuli alla Biennale. Crozza riuscirà a fare di più e meglio?

“Il surreale intervento di Giuli alla Biennale. Sono letteralmente incantato da questa lezione e quindi esco da questo protocollo per sottolineare ciò che il presidente Pietrangelo ha detto prima, ovvero l'importanza dell'imparare l'importanza dell'imparare nei luoghi in cui si fa cultura e si fa della cultura una funzione pubblica.

Saluto il mio caro presidente Pietrangelo, l'avvocato Debora Rossi, il direttore Andrea e l'architetto Zizza Chuni, che ci ha dato una grandissima lezione sulla desertificazione, cioè sul problema dell'acqua. C'è un grande problema che stiamo vivendo in questi tempi, e quando si prende in mano una rivista, la prima cosa che deve fare è coglierne la bellezza estetica, annusarla, e ricordarsi che c'è dell'acqua dietro questa rivista, altrimenti non ci sarebbe il corpo umano e tutto ciò che è creatività nasce in un liquido amniotico, il liquido amniotico di una grande storia che ricomincia dopo tanti decenni.

Ecco che il corpo umano nasce nel liquido amniotico, si si si nutre di acqua e è essenzialmente un contenitore di acqua che tende a disidratarsi nel corso dell'età. Le civiltà che non sono consapevoli dell'importanza dell'acqua si disidrata-No, si disidrata culturalmente, moralmente, civiltamente.

La Biennale è la dimostrazione di come ci si può reidratare dal punto di vista della cultura e si può irradiare attraverso gli studi scientifici, attraverso le attività artistiche, l'architettura, la , la moda, attraverso la straordinaria scoperta del giacimento di un archivio unico fatto anch'esso di acqua, trasformata in carta, senza gli alberi e l'acqua. La saggezza dell'acqua e degli alberi non avremmo tutto ciò che in questo momento rappresentano un artefatto di una qualità estetica. Lasciatemelo dire nei limiti di quelle che sono le mie capacità di giudizio, di una bellezza memorabile. E quindi io non posso che rallegrarmi e gioire con voi, sottolineare quanto è bello ritrovare qui a Venezia, ovviamente la personificazione del rapporto tra la civiltà e l'acqua. Io ho detto scritto di recente che l'acqua è l'anima di Venezia, che ne contiene il corpo. Non c'è sede migliore per iniziare un nuovo ciclo, un nuovo inizio per un'amicizia, per una scommessa che va pagata e ben finanziata.

Vero, vero, ha ragione Pietrangelo, se non qui in questo centro di radiazione meraviglioso di cultura, di civiltà e di amore, un ministro della cultura come me viene qui e pensa a ciò che rappresenti in Italia con i suoi istituti artistici, la scienza, la creatività e trova in Venezia un'unica realtà talmente alta, elevata, talmente oltre le stere di sciocche polemiche del giorno dopo giorno. Ecco un grande esempio di ciò che si può compiere dopo il diluvio, come Luciano Violante cita nelle sue riflessioni, la necessità comunque di ricordarsi che noi siamo figli del terremoto ma siamo anche figli dell'acqua, siamo aborigeni, cioè siamo coloro che han errato in tutti gli spazi del Mediterraneo, tanto che ritroviamo le conchiglie sulle nostri montagne, e che l'acqua è l'elemento che ci dà vita è l'elemento che ci ha costretto a viaggiare a pensare a immaginare a rappresentare noi stessi e non nient'altro. Non ho nient'altro da aggiungere se non che quando si è qui, si'accorge che in fondo l'Italia non è che una Venezia in miniatura. Grazie.”


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