Il “topo lanoso”: perché non è un grande passo per riportare in vita i mammut
La "de-estinzione" del mammut lanoso: realtà o finzione?
Ecco un breve riassunto del video di Kodami con l'etologa Margherita Paiano, sul progetto Colossal Biosciences per "riportare in vita" il mammut lanoso. L'articolo esplora le implicazioni scientifiche, etiche e ambientali di questo progetto, e se sia realmente possibile riportare in vita un animale estinto.
La storia del mammut lanoso è nota: si estinse circa 4.000 anni fa, ma restano ancora molti resti presenti nel ghiaccio, dai quali si possono ricavare DNA ben conservati. Scienziati come George Church, esperto di editing genetico, hanno deciso di utilizzare questi resti per "riportare in vita" il mammut lanoso.
La sfida non è facile: non solo è difficilissimo ricostruire un animale estinto al 100%, ma anche perché la genetica è una rete complessa e manipolare dei geni può avere conseguenze imprevedibili e potenzialmente dannose per gli animali. Inoltre, come noto, gli elefanti, il parente più prossimo del mammut lanoso, hanno un periodo di gestazione lungo circa 2 anni e un solo cucciolo al natale, mentre i topi hanno un periodo di gestazione di 3 settimane e possono avere sino a 8 cuccioli al natale. Creare un elefante mammut ibrido richiederebbe quindi tecniche di maternità surrogata negli elefanti asiatici, che sono in via di estinzione.
L'etologa Margherita Paiano richiama l'attenzione sul fatto che, anzi, moltissimi nella comunità scientifica sono scettici sul progetto e che probabilmente non sarà mai possibile creare un mammut al 100%. La sfida più grande è quella di creare un animale compatibile con l'ambiente di oggi e che non causi problemi alle specie locali.
L'articolo fa notare che, anzi, ci sono altri animali in via di estinzione che meritano la nostra attenzione e risorse, come gli elefanti asiatici, il che farebbe più per proteggere l'ambiente e la biodiversità che tentare di "riportare in vita" un animale estinto.
In sintesi, benché il progetto Colossal Biosciences sia innovativo e potenzialmente rivoluzionario, è necessario rimettere in discussione le sue implicazioni scientifiche, etiche e ambientali e se sia realmente possibile e desiderabile "riportare in vita" un animale estinto.
