“Il treno dei bambini”, il film con Serena Rossi racconta una storia vera del dopoguerra
in , ,

“Il treno dei bambini”, il film con Serena Rossi racconta una storia vera del dopoguerra

Il romanzo di Viola Ardone, “Il treno dei bambini”, è diventato un best-seller a poca distanza dalla pubblicazione nel 2019. E ora la sua storia (vera) è anche su , nel film di Cristina Comencini con Serena Rossi e Barbara Ronchi disponibile in streaming sulla piattaforma dal 4 dicembre.

Quella raccontata ne “Il treno dei bambini”, prima nel libro e poi nel film, è per l'appunto una storia vera ambientata in Italia, tra il Sud e il Nord, che prende il via nel 1946, nel pieno del dopoguerra. Una storia di solidarietà ma anche di speranza e conforto mentre il Paese intero cercava di ripartire e guarire le ferite della Seconda Guerra Mondiale.

Vediamo qual è la storia vera de “Il treno dei bambini” e di quei “treni della felicità” che nel dopoguerra hanno davvero fatto la differenza per migliaia di famiglie.

La storia vera de “Il treno dei bambini” non è quella di Amerigo, personaggio di fiction, ma quella dei “treni della felicità”. Amerigo diventa quindi il pretesto in fiction per raccontare l'iniziativa avviata nel dopoguerra a sostegno delle famiglie in difficoltà e in povertà.

Tra il 1945 e il 1947, in un'Italia devastata dalla Seconda guerra mondiale, venne avviata un'iniziativa straordinaria per garantire un futuro migliore a circa 70.000 bambini provenienti dalle città più colpite. Organizzata dall'Unione Donne Italiane (UDI) e dal Partito Comunista Italiano, l'impresa di solidarietà offriva a famiglie del Centro e del Nord Italia la possibilità di accogliere temporaneamente questi piccoli, assicurando loro cibo, istruzione e affetto.

L'affido era volontario e temporaneo: i genitori decidevano liberamente se mandare i propri figli nelle campagne settentrionali. Le famiglie ospitanti, perlopiù contadini e operai con già numerosi figli a carico, condividevano quel poco che avevano, seguendo il principio della solidarietà tipico popolare: dove si mangia in due, si può mangiare anche in tre.

Il film “Il treno dei bambini” fa quindi riscoprire questa bella storia vera di speranza e solidarietà, celebrando quel momento in cui l'Italia, tra povertà e generosità, cercava di ricostruirsi attraverso gesti concreti di fratellanza e accoglienza. Un periodo che proseguì fino al 1952, simbolo di una solidarietà che travalicava le divisioni politiche e sociali.

Oltre al piccolo Amerigo, le protagoniste de “Il treno dei bambini” sono le due madri interpretate da Serena Rossi e Barbara Ronchi. È anche attraverso i loro occhi che il film racconta la storia vera dei “treni della felicità”. Da un lato, infatti, c'è l'accoglienza e la generosità delle madri del Nord che accoglievano i bambini. Dall'altro, invece, il dolore delle madri del Sud nel dover lasciar andare, seppure temporaneamente, i propri figli nella speranza che ad attenderli ci fosse un futuro migliore.

Parlando del tema, la regista Cristina Comencini ha spiegato la scelta di esplorare il tema della maternità attraverso due figure femminili imperfette e autentiche: “Sono tutte e due imperfette. Mi pare inoltre di grande importanza oggi che per la prima volta riflettiamo in modo nuovo sulla natura dell'amore materno”.

In questo modo, il film “Il treno dei bambini” celebra non solo la storia vera dei “treni della felicità” ma anche la maternità e l'amore che le donne hanno dedicato ai bambini che li hanno accolti, offrendo un racconto emozionante e toccante che ci ricorda il potere della solidarietà e dell'amore nel difficile momento del dopoguerra italiano.

Cosa ne pensi?
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0