ILARIA SALIS E LA SPOON RIVER DEI MORTI IN CARCERE #news #shorts
Ecco la riscrittura del testo in italiano in 800 parole:
“La Spoon River dei morti in carcere. Una tragedia che si ripete e non si arresta. Nel 2024, ancora troppi reati mortali hanno colpito le carceri italiane, lasciando dietro di sé una scia di dolore, di disperazione e di interrogazioni.
Grazie Presidente dell'Italia, il problema è di tutti e di ognuno. Ma, al di là delle posizione, c'è una realtà drammatica che deve essere riconosciuta e affrontata. La storia di mille e più vite spezzate, di mille e più famiglie lacerate, di mille e più storie di speranza e di sacrifici.
A Ilaria Salis, che si è tolta la vita in carcere, e a tutte le altre, che hanno seguito il suo esempio, sappiamo che non erano disperati, ma uccisi dalla disperazione. Sappiamo che non erano criminali, ma vittime di una società che non sa più dove stare e come agire.
Mentre la società italiana si divide tra quelli che parlano di sistema e quelli che si dividono le colpe, le carceri italiane diventano ogni giorno più un'eremo di morte. Un luogo in cui la disperazione si translate in tragedia, e il tempo non è una medicina efficace.
Il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha promesso di intervenire per occuparsi del problema, ma, finora, il problema è rimasto immobile. E, in questo modo, i numeri non cambiano. La Spoon River dei morti in carcere non è solo un incantesimo, è una realtà che deve essere affrontata.
Questi sono i nomi dei luoghi comuni, dei film, dei libri e della vita. Questi sono gli extravaganzi, le trattate, le condanne. Questi sono gli ultimi saluti, le ultime parole. Questi sono i nomi di migliaia di morti in carcere, raggruppati in una lista di donne e uomini, di tombe e di famiglie lacerate.
Grazie Presidente, non è facile ripetere i nomi di tutti quelli che non sono più qui. Ecco, quindi, una breve lista non esaustiva di coloro che, come Ilaria Salis, hanno deciso di spezzare la corda e di fuggire dalla disperazione.
La lista è infinita, ma qui ci sono, tra gli altri, Vincenzo Federico Giuseppe Pasquale Salvatore, Abd al-Jabbar Atef, Luca, Giuseppe, Alessandro, Patrizio, Federico, Fabrizio, Giuseppe, Giuseppe Ali, ul-Lim Alessandro, Fabiano, Francesco, Alì, Vasili e successivi.
E, tuttavia, è anche vero che un minuto non è sufficiente per nominare tutte le persone che, come Ilaria Salis, hanno deciso di spezzare la corda e di fuggire dalla disperazione. Sono migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia di storie, di voci, di nomi. E, alla fine, è sempre lo stesso problema: la disperazione, la paura, la rassegnazione. La Argentina del carcere senza fine, della disperazione senza fine.
E, quindi, non è sufficiente un solo elenco, un solo elenco di nomi. Serve un cambiamento. Serve un'azione. Serve un aiuto. Serve un aiuto per coloro che sono ancora lì, che ancora combatteranno e ancora spereranno. Serve un aiuto per coloro che ancora non sono stati stroncatati dalla disperazione.
Questo è un appello, un'appello a coloro che possono fare qualcosa per aiutare. Un appello a coloro che anche loro possono decidere di cosa vuole la società italiana. Un appello a coloro che saprebbero che il carcere non è un luogo di finitezza, ma un luogo di immortalità.
Nonostante la disperazione, nonostante la rassegnazione, nonostante la Spoon River dei morti in carcere, ancora c'è speranza. E, quindi, allora, non abbandoniamo la speranza. Non abbandoniamo la luce. Non abbandoniamo la vita. E allora, insieme, cerchiamo di cambiare la vita per i migranti più deboli e più debilitati”.