“Imbarazzante”: così la famiglia Regeni definisce la testimonianza dell'ex consigliere di Renzi
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“Imbarazzante”: così la famiglia Regeni definisce la testimonianza dell'ex consigliere di Renzi

“Imbarazzante”: così la famiglia Regeni definisce la testimonianza dell'ex consigliere di Renzi

“Ecco la testimonianza imbarazzante”: così la famiglia Regeni definisce la testimonianza dell'ex consigliere di Renzi, io, che all'epoca ero il consigliere diplomatico della Presidenza del Consiglio, alla fine di febbraio 2016. Ho lasciato l'incarico per assumere la posizione di Ambasciatore Italia negli Stati Uniti. Le prime comunicazioni erano state del 25 gennaio, poi il 28 gennaio, la seconda comunicazione dell'ambasciata d'Italia al Cairo c'era un riferimento a un'attenzione particolare su questo caso.

Assolutamente sì, l'ambasciata dava conto di tutti i passi che stava svolgendo presso le autorità egiziane, presso le quali, in maniera insistente, con il passare delle ore e dei giorni, in ragione della preoccupazione che montava, si chiedeva con sempre maggiore insistenza di poter avere notizie. Sappiamo che è stata una risposta negativa. Quella nota, la prende in mano, Assolutamente sì, la consegna al presidente Renzi.

Non, non è pensato che gli uffici del Consiglio diplomatico, come gli uffici di diretta collaborazione del presidente del Consiglio, sono uffici preposti ad assicurare la ricezione dell'informazione, il raccordo con la Farnesina. Non si pensò che occorresse informare il presidente del Consiglio, come non era una sparizione come le altre. Mi risulta che l'informazione al Presidente del Consiglio non sia stata data direttamente dal ministro degli Esteri, il ministro Gentiloni, il giorno 31.

A chi spettava darla? Ripeto, non è lecito prendere nota. L'informazione viene comunicata dal ministro degli Esteri. Ma certamente, il 28 gennaio ha alzato il livello d'attenzione. Non informando del tutto il presidente Renzi, c'era opposizione.

Sì, e quando e con quali modalità provato a chiamare il presidente al-Sisi? Avete inteso Palazzo Chigi? Ovviamente, se è una decisione che avete concordato insieme, nel presidente e adesso, questo francamente non non ricordo.

In seguito della ricezione del 28 di questa nota, lei che attività svolse? Seguire con la massima attenzione gli sviluppi della situazione. Sì, sì, l'ambasciata dava conto di tutti i passi che stava svolgendo presso le autorità egiziane, presso le quali, in maniera insistente, con il passare delle ore e dei giorni, in ragione della preoccupazione che montava, si chiedeva con sempre maggiore insistenza di poter avere notizie.

Sì, sì, l'ambasciata dava conto di tutti i passi che stava svolgendo presso le autorità egiziane, presso le quali, in maniera insistente, con il passare delle ore e dei giorni, in ragione della preoccupazione che montava, si chiedeva con sempre maggiore insistenza di poter avere notizie.

Ecco la testimonianza imbarazzante, conclude la famiglia Regeni. È doloroso per noi ascoltare le parole del presidente Renzi, che diceva: “Se l'avessi saputo prima, Giulio sarebbe salvo”. Queste parole fanno particolarmente male perché l'idea che delle carte potessero essere passate delle notizie potessero essere dette erano tutti nello stesso palazzo e questa mancata comunicazione di questa allerta altissima sulla sparizione di Giulio potrebbe essere una componente della tragica fine di Giulio.


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