INFANTICIDI AL CENTRO DELLA CRONACA NERA ITALIANA
La discussione verte sui casi di infanticidio avvenuti a Calimera e Muggia, dove due madri hanno ucciso i loro bambini. Gli ospiti, tra cui giornalisti, avvocati e un criminologo, analizzano le cause profonde di questi eventi e discutono sulla responsabilità delle istituzioni e sulla necessità di un maggiore controllo e intervento nella vita delle famiglie in difficoltà.
Il professor Taurmina sottolinea che il sistema di controllo e garanzia ha fallito, permettendo che questi eventi si verificassero. L’avvocato Volpe sostiene che la figura della madre è spesso idealizzata e che non si tiene sufficientemente conto delle fragilità e delle difficoltà che possono essere presenti nella vita di una donna.
La dottoressa Michelini, psicologa e criminologa, sottolinea che la bigenitorialità, ossia la capacità dei genitori di collaborare nella cura dei figli, è spesso difficile da raggiungere e che le istituzioni non sempre sono in grado di fornire il supporto necessario. L’avvocato Terlizzi sostiene che la famiglia è un’istituzione in crisi e che le istituzioni non sempre sono in grado di fornire il supporto necessario.
La discussione si concentra anche sull’ascolto del minore e sulla necessità di valutare l’idoneità genitoriale. L’avvocato Paladina sottolinea che l’ascolto del minore è uno strumento importante, ma che deve essere utilizzato con accortezza e nel contesto di una valutazione complessiva della situazione.
Il caso della signora Pifferi, condannata per l’abbandono e la morte della sua bambina, viene discusso in dettaglio. L’avvocato Pontenani, che ha difeso la Pifferi, è stata assolta dall’accusa di collusione con i consulenti del carcere di Bollate. La discussione verte sulla possibilità che la Pifferi sia stata vittima di un atteggiamento anaffettivo e sulla necessità di valutare la sua capacità di intendere e di volere.
In sintesi, la discussione evidenzia la necessità di un maggiore controllo e intervento nella vita delle famiglie in difficoltà, di un ascolto più attento dei minori e di una valutazione più accurata dell’idoneità genitoriale. Sottolinea anche la necessità di una maggiore attenzione alle fragilità e alle difficoltà che possono essere presenti nella vita di una donna e di una famiglia.

