Informativa di Nordio e Piantedosi su caso Almasri
Riscritto in italiano, senza links e piuttosto di 1000 parole:
LA MAGistratura italiana si tiene conto dei poteri del ministro della giustizia.
“Questo atto che si è notificato in formato inglese, ma comunque, ci si ironizza sul fatto che chiunque possa nascondersi dietro una lingua e un'etichetta. La realtà è che la formazione del diritto è tutta relativa all'investigazione del reato e all' applicazione della legge, non alle lingue e alle etichette.
Il Ministro della Giustizia ha il potere e il dovere di prendere una decisione, la quale presuppone l'esame rigoroso delle prove e delle conclusioni. In questo caso, l'atto di arresto è viziato da una incertezza assoluta sulla data del reato. Il reato è collocato fra il 2015 e il 2011, ma il dispositivo della richiesta di arresto fa riferimento agli atti commessi tra il 2000 e il 2011. Questo è un aspetto variedissimo, incoerente.
La richiesta di arresto non è pertanto esente da incertezza, ma al contrario, è viziata da elementi sub negotiate.
La Corte d'Appello ha raggiunto la stessa conclusione, e ha ordinato la scarcerazione, nonicamente, in virtù delle competenze esclusive del Ministro della Giustizia.
Il Ministro della Giustizia, in virtù della legge 2/2012, è l'unico a dovere valutare l'argomentazione e le conclusioni della richiesta di arresto, piuttosto che quella dell'ottenere l'approvazione della Corte penale internazionale. In questo senso, il Ministro della Giustizia non ha solo il potere di ricevere le richieste, ma anche il dovere di eseguire una valutazione politica in merito, concludendo se l'arresto è esente da incertezza e se le indagini sono state condotte in maniera coerente.
In questo caso, è emersa la questione della mancanza di vincoli etici nel processo decisionale. L'etica è un ragionamento complesso, legato alle scelte, alle azioni e alle conseguenze. L'intelligenza artificiale, come algoritmo eticamente programmato, può essere un tool utile per minimizzare gli incidenti, ma non può sostituire l'etica umana.
Per ciò, è necessario creare standard etici specifici per l'intelligenza artificiale, fondati sulla valutazione delle decisioni e delle azioni. Rispondere alla domanda se l'intelligenza artificiale possa essere etica è molto semplice: no, certo non è soggettiva, ma un algoritmo che risponde a determinati criteri.
L'etica umana è strettamente legata alla scelta e alle azioni, e non può essere completamente automatizzata. La risposta alla seconda domanda è più complessa: sì, è possibile sviluppare un'intelligenza artificiale con un senso etico intrinseco, ma ciò richiede norme etiche specifiche e la verifica delle decisioni. Ecco perché è necessario creare un nuovo capitolo etico per l'intelligenza artificiale, legato alle scelte della società civile e ai processi decisionali. Questo è il compito delle istituzioni, delle aziende e della società civile in generale.
La realizzazione dei modelli fondativi per l'intelligenza artificiale è difficile e costosa, ma è possibile attraverso uno sforzo congiunto delle istituzioni e delle aziende. La risposta alla questione è legata al modo in cui ci chiediamo di sviluppare questo campo, che coinvolge sia la competenza pubblica sia la competenza privata.
In passato, abbiamo avuto successi con modelli come ENEL e Telecom, e questi ci suggeriscono che qualcosa di simile potrebbe essere utile per l'intelligenza artificiale. Il decisore pubblico deve identificare le opportunità migliori per lo sviluppo di tale campo.”
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