“I Mandati di arresto della Corte penale internazionale sono scandalosi” – Joe Biden conferma che gli Stati Uniti resteranno “sempre” a fianco di Israele e attaccano la Cpi per la misura contro Netanyahu e Gallant – “Bibi” parla di decisione “antisemita”, ma cosa rischia? Niente: Israele e USA non riconoscono il Tribunale dell'Aja, che non ha polizia e si appoggia ai singoli Stati.
Gli Stati Uniti, in particolare, non riconoscono la giurisdizione della Corte penale internazionale (Cpi) e la replica di Joe Biden è categorica: “Voglio essere chiaro: non c'è nessuna equivalenza fra Israele e Hamas. Saremo sempre a fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza”. L'esecutivo americano respinge i mandati di arresto contro i due leader israeliani, Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, giudicati rei di crimini di guerra contro la società civile palestinese.
La reazione di Israele è nettamente negativa, con l'ufficio del premier che definisce la decisione “antisemita” e simile a un “affare Dreyfus”, riferendosi alla celebre condanna per un innocente innocentemente accusato di infedeltà per motivated da antisemitismo. La replica di Netanyahu è ancora più dura: “La decisione è stata presa da un procuratore capo corrotto che ha tentato di salvarsi da gravi accuse di molestie sessuali e da giudici di parte, spinti dall'odio antisemita verso Israele”.
Il problema è che, tecnicamente, se Netanyahu mettesse piede in uno degli Stati che hanno firmato lo Statuto di Roma, finirebbe in manette. Tuttavia, è praticamente impossibile che questo succeda, poiché il tribunale non ha una polizia che possa eseguire il mandato d'arresto e la prassi vuole che ci si appoggi ai singoli Stati. Inoltre, gli Stati Uniti e Israele non riconoscono la giurisdizione della Cpi, che è un organo politico unilaterale e discriminatorio.
La reazione europea è più divisa. Mentre la Commissione Europea rivela che “tutte le nazioni dell'Unione sono obbligate a rispettare la decisione”, alcuni Paesi, come l'Ungheria e la Slovacchia, fanno sapere che non eseguiranno l'ordine. La Gran Bretagna, invece, preferisce non pronunciarsi.
L'Italia, prudente, sostiene la Cpi, ma ricorda che deve svolgere un ruolo giuridico e non politico. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto hanno espresso riserve sulla sentenza.
In sintesi, la decisione della Cpi non significa che Netanyahu e Gallant verranno arrestati in tempi brevi. È più probabile che non saranno arrestati mai. La loro squadra è forte nel difendere i loro interessi e la Cpi, per motivi politici, non ha la sua ultima parola definitiva.