LA BONGIORNO SCATENATA SMASCHERA LA MAGISTRATURA CORROTTA DI SINISTRA IN SENATO
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LA BONGIORNO SCATENATA SMASCHERA LA MAGISTRATURA CORROTTA DI SINISTRA IN SENATO

LA BONGIORNO SCATENATA SMASCHERA LA MAGISTRATURA CORROTTA DI SINISTRA IN SENATO

“Ecco che la magistratura corruttibile di sinistra si scatena in Senato. Benvenuti su Italia News, prima di iniziare assicurati di iscriverti al canale e lascia un bel like e attiva la campanella delle notifiche per non perderti nessun aggiornamento. Mettiti comodo, perché le news di oggi sono davvero imperdibili.

Il Presidente buongiorno, prego, ne ha facoltà. Signor Presidente, signor Ministro, esiste una serie nutrita di critiche alla Riforma costituzionale. Ne ho sentite anche in quest'aula, che però si basa su un pezzo di riforma che non c'è. Si muove da qualcosa che non esiste, e quindi si può dire di tutto, perché se non c'è nulla, si può dire di tutto.

Ad esempio, mi ha colpito un commento dell'Associazione Nazionale dei magistrati: “Questa riforma ci umilia, umiliare significa mortificare, avvilire ad altri sentimenti di vergogna”. Ma viene da pensare che questa riforma in qualche modo vuole annientare la magistratura.

Se l'obiettivo di questa riforma è rendere effettivi i principi di terzietà e di dipendenza, allora ci sono due domande: una riforma che vuole rendere la terzietà del giudice effettiva e percepibile da qualsiasi cittadino, umiliare chi ha il dovere già oggi di essere e mostrarsi equidistante alle parti, può? E una riforma che vuole recidere il vergognoso cordone ombelicale tra eletto e corrente, rendendo l'eletto al CSM indipendente, può questo tipo di riforma umiliare? No.

Ecco che è successo quello che dicevo prima: improvvisamente nel dibattito pubblico e nel dibattito di quest'aula non si parla dei principi di indipendenza e di terzietà. Si parla di un pezzetto di riforma che non c'è. Si comincia a dire: “Attento, qui si vuole assoggettare la magistratura all'esecutivo”. Scusate, questo non è scritto da nessuna parte e si aggiunge: “Vero è che nella riforma attuale non c'è scritto, ma lo scriverete, quindi”.

In altre parole, non potete non volere assoggettare. Cioè, è questo che si sostiene sostanzialmente queste critiche che si fanno alla costituzione sulla riforma costituzionale sono queste ciò che umilia non è la forma esistente, ma una che noi immaginiamo arriverà. Ciò che umilia non sono gli articoli che avete scritto, no, no, no, ma quelli che noi presumiamo che voi scriverete. Ciò che umilia non sono le conseguenze effettive, ma quelle eventuali.

Questo è il dibattito: si immagina un pezzo di riforma che non c'è, si critica solo quella parte che non c'è, e il 27 febbraio ci sarà uno sciopero clamoroso senza che nessuno ci abbia indicato la parte che non c'è.

In questo momento, su cosa stiamo facendo polemica? Stiamo facendo polemica su qualcosa che pura fantasia, su qualcosa che ha la stessa concretezza come quella che esiste in Peter Pan e come L'isola che non c'è. Seconda stella a destra, lì la troverete la sottoposizione dell'esecutivo.

Questa è una riforma che non c'è, e soprattutto, ed è questo che mi preme rilevare, si continua a dire Nordio che poi diciamocelo chiaro: questa riforma non per levare niente a Nordio a Nordio, però è stata voluta dalla Lega che ha fatto un referendum, Forza Italia la chiede da una vita, Nordio espressioni di Fratelli d'Italia. Quindi, chi dice che c'è un monopolio di Nordio, onestamente, Forse ha ignorato gli ultimi 50 anni, ma non importa.

Si dice si vuole sottoporre il Ministro all'esecutivo. E allora ci date degli idioti, perché che interesse può avere? Ditemi la maggioranza attuale ad assoggettare il PM all'esecutivo? È ovvio che per quanto auguro grande lunga vita a Nordio, non è che sarà Ministro per i prossimi 30 anni, giusto. E se per caso, se per caso, qualche altra forza va al governo e ci troviamo come Ministro qualcuno che magari ha parlato in quest'aula da poco, secondo voi abbiamo tutta questa voglia di assoggettare il potere esecutivo a pm? No, non abbiamo nessuna voglia.

Terza critica, è una riforma punitiva. Sì, ha fatto alcune cose, sì ne farà altre, sì, però non confondiamo le acque. Invito perentoriamente a scendere in campo a parlare della riforma che c'è, a confrontarsi con gli articoli che ci sono, coi testi e gli obiettivi annunciati, ad abbandonare la tecnica dell'Isola che non c'è.

Infine, visto che ci sono stati anche degli interventi che credo importanti, io dico sempre che dobbiamo lasciare l'astrattezza ed entrare nelle aule giudiziarie per capire come si riforma la giustizia. Calpestare la polvere che c'è nelle aule, altrimenti la giustizia si riforma male.

Ecco che il senatore Calamandrei diceva: “Bisognerebbe che ogni avvocato per due mesi l'anno facesse il giudice e che il giudice per due mesi l'anno facesse l'avvocato. Imparerebbero così a comprendersi e compatirsi reciprocamente. Sii. E reciprocamente. Un uomo essere sottoposto a un processo penale è un'esperienza drammatica. Quando entra una persona al mio studio, io non gli dico: ‘Ma guardi, vediamo quello che si può fare'. Gli dico: ‘Lei ha un tumore, Lei ha una malattia'. Chi subisce un processo è come se si fosse scoperto malato. Si sveglia la mattina, si addormenta la sera con questa malattia. In ogni istante della sua giornata penserà alla malattia e penserà. Anche a chi lo giudica penserà. Anche a chi giudicherà della sua libertà, della sua reputazione, del suo patrimonio.

A volte l'angoscia della malattia corrode, corrode, uccide prima ancora della malattia stessa. Esiste la statistica dei morti in carcere, non sapete quanti ci sono morti in attesa di giudizio. Non lo sapete.

E siccome il malato vuole il miglior medico, gli imputati vogliono il miglior giudice. Il miglior giudice è un giudice terzo, un giudice indipendente. Il punto è questo: quando è inutile negarlo, quando si fa un percorso insieme da giovani, si fa carriera insieme, si crea inevitabilmente un vincolo. C'è poco da fare. Possiamo fare finta che non è così. Coloro che entrano in un'aula da imputati vedono questo vincolo tra giudice e pubblico ministero lo vedono, lo sentono, lo vivono male.

Io credo che quando una persona entra in aula per essere giudicato credo che non debba preoccuparsi dei rapporti tra giudice e pubblico ministero. Si hanno fatto carriera insieme, tante volte ho sentito dire: ‘Il giudice dà del tu al PM e non a lei', ma che cosa potevo rispondere? E credo che non si debba nemmeno preoccupare dal rapporto di gratitudine che può legare magari un giudice, un PM che fanno parte della stessa corrente.

Io credo in conclusione che chi è giudicato certamente non può pretendere un verdetto a lui favorevole, ma di certo può pretendere che sia emesso solo ed esclusivamente in nome del popolo italiano. Grazie, senatrice Buongiorno.”


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