la censura in rai c’e’sempre stata – il premio oscar nicola piovani ricorda quando all’inizio dei’70
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la censura in rai c’e’sempre stata – il premio oscar nicola piovani ricorda quando all’inizio dei’70

“L'esistenza della censura in Rai è una realtà che ha sempre caratterizzato l'azienda”, queste sono le parole di Nicola Piovani, premio Oscar per la migliore colonna sonora nel film “La vita è bella” di Roberto Benigni. Nell'intervista rilasciata al sito lastampa.it, il compositore ricorda i tempi in cui canzoni di artisti come Mina e Modugno venivano censurate a RadioRai negli anni '70. Secondo Piovani, se all'interno dei dischi da mettere in onda veniva trovata una canzone censurata, l'azienda forniva ai dipendenti dei coltellini da architetto per segnare la traccia in modo che la puntina della giradischi la saltasse. Questa pratica di censura riguardava brani come “Resta cu' mme” di Modugno, che fu realizzato in una versione edulcorata perché la versione originale venne considerata offensiva.

Piovani, nel corso dell'intervista, tocca anche diversi altri temi, come la sua esperienza nel mondo dell'Opera e l'importanza di avvicinare i giovani a questa forma d'arte. Lui stesso ha accettato di confrontarsi per la prima volta con la categoria infanzia-adolescenza, scrivendo un'opera liberamente ispirata al mito del Labirinto di Cnosso. Secondo il compositore, è importante far scoprire ai giovani che un teatro come il Petruzzelli può diventare un luogo di divertimento, ascolto gioioso e piacere artistico giocoso.

Piovani esprime anche la sua opinione sulle nuove generazioni, sottolineando che spesso le generazioni mature faticano a leggere il presente dei giovani. Critica la superficialità e il desiderio di giudicare che impediscono di veramente capire cosa accade alle nuove generazioni. Afferma inoltre che le multinazionali hanno un ruolo determinante nella gestione della per i giovani, mentre il ruolo formativo delle istituzioni pubbliche rimane esiguo.

Il compositore non risparmia critiche alla trap e afferma che trap, rap e rock sono fenomeni di spettacolo che solo marginalmente hanno a che fare con la musica, sottolineando che il successo di artisti come e dipende solo in minima parte dalla qualità della loro musica. Piovani sostiene quindi che la musica nel rap-trap diventa un accessorio marginale ancor più che nel rock e che la rozzezza del loro linguaggio viene vissuta come fenomeno eversivo, anche quando i testi sono fortemente reazionari.

Il compositore sottolinea anche l'importanza dell'arte nel raccontare il presente e critica la cultura della cancellazione che cerca di raddrizzare le gambe a opere come quelle di Shakespeare o di correggere le opere che contengono il femminicidio. Piovani definisce questa pratica come equivoca o addirittura idiota.

Infine, il compositore si pronuncia sulla censura che si respira in Rai, facendo riferimento all'eliminazione di un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile da un programma televisivo di Rai3. Piovani attribuisce l'esistenza di questa censura ad una legge elettorale scellerata che ha consegnato le chiavi del paese a un gruppo politico che le utilizza senza sconti. Secondo lui, il peccato originale è proprio questa legge elettorale che ha portato ad un parlamento in cui chi ha vinto può fare ciò che vuole. Infine, critica l'accusa a Scurati basata sul suo compenso, sottolineando che è un argomento demagogico usato dalla destra per colpire le idee e conclude semplicemente che non bisogna ascoltarli.

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