La difesa europea e la guerra nel governo live da Bruxelles
Il Consiglio europeo di Bruxelles si è concluso con un esercizio di guerra su carta, più che con una vera e propria battaglia. La discussione sul sostegno militare all'Ucraina e sul piano per rafforzare la difesa europea era prevista per diversi mesi, ma si è risolta in uno squallero di affermazioni e richieste contrastanti.
Giorgia Meloni, Premier italiana, ha cercato di mantenere un profilo equilibrato, senza incrociare i suoi vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, che si erano divisi su come affrontare la situazione. Salvini, in particolare, ha minacciato di denunciare Tajani, suo alleato di governo, per la sua posizione a favore di un esercito europeo comune.
Tuttavia, il Consiglio europeo si è concluso con un accordo generale, ma non definito, su crediti per gli investimenti privati nel settore della difesa e non c'è stata alcuna decisione concreta sul piano di riarmo europeo. Mentre il progetto di aiuto militare all'Ucraina presentato dalla ministro degli esteri dell'Unione, Kaia Kallas, è stato rimandato.
Meloni ha chiesto un riferimento alla possibilità di offrire garanzie pubbliche per gli investimenti privati, ma non si capisce bene perché le aziende militari dovrebbero averne bisogno in questo momento. Quanto ai crediti europei per la difesa, la Premier ha espresso scetticismo sulla possibilità di attivare questo meccanismo, che fuori dal patto di stabilità.
In sintesi, il Consiglio europeo è stato più un esercizio disworthiness che una vera battaglia. La discussione è stata piatta, senza decisioni definitive, e la Premier Meloni si è mantenuta nella sua equidistanza, cercando di evitare di incrociare i suoi vice.
