Estratto da “La Stampa”
Giorgia Meloni pronta a cedere per sbloccare le nomine dei giudici costituzionali
In arrivo può essere un'eesione importante per il nodo delle nomine dei giudici costituzionali, irremovibile barriera politica tra governo e opposizione. Secondo le fonti informative, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, sarebbe disposta a scegliere di accettare l'accordo proposto da M5s di Luigi Zanda e di Italia Viva di Carlo Calenda per sbloccare il procedimento di selezione dei nuovi componenti del Consiglio di Stato.
Il nodo era destinato a rimanere irrisolto, con i partiti coinvolti nella lotta per il predominio e la presenza a ciasola di veti di sostegno, mentre la scadenza dei 45 giorni stabiliti dalla legge per l'approvazione delle nomine si avvicina a velocità impercettibile. La Consulta è in pericolo di perdere tre giudici, rilevanti figure per lo scenario giudiziario italiano.
L'idea di accordo, che potrebbe essere presentata in Parlamento entro le prossime settimane, prevede che i facilitatori politici siano designati da ambo le sponde, in modo da bilanciare l'impatto politico e garantire un'approvazione fattiva e rappresentativa. Il piano potrebbe prevedere anche la creazione di un tavolo di coordinamento tra FdI, M5s e Iv per discutere le nomine e il metodo per insediarle.
I partiti coinvolti hanno da tempo dibattuto su come procedere per affrontare il problema, dagli scavi sui veti parlamentari all' analisi delle Showcase: in realtà, apparentemente, gli intenzioni sono più pragmatiche che ideologiche. Personalmente, M5s ha già manifestato la disponibilità a ragionare e a eventualmente cedere su alcuni punti; al contrario, FI si è contraddistinto per una posizione rigida e netta, limitatasi a gesti simbolici di protesta.
Ora, la candidatura di Giorgia Meloni a FdI sembra invertire il corso degli eventi, aprendo la strada a una possibile soluzione di compromesso. L'accordo potrebbe essere esclusivamente parlamentare, fondamento della rappresentanza, ma ottenere il plauso dell'ex vice-sindaco del Movimento Cinque Stelle, Luigi Zanda, anche se questo non significa necessariamente l'unanimità del gruppo.
La delicatezza del quadro, tuttavia, rimane calcolata, in virtù della fragilità delle alleanze in campo e della coordinamento politico ancora in un attivo processo di elaborazione. La Consulta è di fronte alla perdita di tre giudici; in breve tempo, il giudizio potrebbe rendere più difficile la gestione dei processi giudiziari.
In sintesi, non essendoci un'alternativa reale alla nomina dei giudici, i partiti devono fare i conti con l'effettiva necessità di un'armonizzazione per evitare la scomparsa di tre figure importanti in seno al Consiglio di Stato. È un impegno politico e istituzionale di alta responsabilità, richiedendo una capacità di azione e sacrificio alcune delle ideologie dogmatiche.