La fine di un mito: Mike Tyson, l'odierno 58enne, imbolsito e col fiatone, viene battuto ai punti dallo youtuber di 31 anni più giovane, Jake Paul. È il tramonto triste e definitivo di “Iron Mike”, il campione che un tempo fu invincibile.
L'evento, privo di senso pugilistico, è stato trasmesso da Netflix e ha attivato un giro da 300 milioni di dollari. Tyson, rintornato dai cazzotti, pigola: “Non dovevo dimostrare niente a nessuno, ma solo a me stesso”. Ma sembra che non ci sia riuscito.
Il problema sono stati i maxischermi dello stadio dei Dallas Cowboys di Arlington, in Texas, che hanno mostrato i match del tempo che fu, quando Mike Tyson dava pochissime chance di sopravvivenza a tutti. Ma già quando ha imboccato la ring walk è apparso subito chiaro che di quel mito non era già rimasto nulla. Sbiadito lui, sbiadito persino il tatuaggio di Che Guevara sul fianco sinistro, sbiadito tutto, anche il ricordo.
Jake Paul, giovane youtuber, ha vinto ai punti: nettamente, dopo 8 round scialbi, privi di senso pugilistico. Tyson ha provato a reinventarsi sfidando un ragazzone più a proprio agio con le regole dello show, ma non ne ha tirato fuori nulla. A Jake Paul è bastato farlo stancare per un paio di minuti, poi ha iniziato un lavoro con il jab e ha portato a casa il match senza mezzo rischio.
La vittoria di Paul è stata un vero e proprio circo, carico di quattrini. Un giro da 300 milioni di dollari: 40 se li è presi lo youtuber, una ventina sono finiti sul c/c di Iron Mike. Serata comunque da non sottovalutare per altri aspetti, primo tra tutti l'arrivo di Netflix per un evento del genere.
C'era Evander Holyfield, contro il quale Tyson aveva smarrito se stesso staccandogli un orecchio, c'era Lennox Lewis, quello contro cui Iron Mike capì che per la boxe vera era tutto finito. Arrivai in Texas al capezzale di un vecchio amico, perché nella boxe quando si scende dal ring la grinta lascia il posto al sentimento.
Guido Vianello, il peso massimo romano in costante ascesa, ci dice a caldo: “Mi sono sinceramente preoccupato per Tyson quando ho capito, parlando con dei tecnici americani, che i due avrebbero fatto sul serio. Per fortuna Paul lo ha rispettato, ma se ora vuole un match contro un pugile vero che è in classifica, sono pronto ad affrontarlo anche tra una settimana”.
La fine di un mito, quella di Mike Tyson, è un segnale che la boxe è un'altra cosa. È lo sport che due straordinarie ragazze, Katie Taylor e Amanda Serrano, hanno mostrato su quello stesso ring in un mondiale dei superleggeri che sarà ricordato per anni. Tyson-Paul è stato un immenso circo, ma non un vero e proprio match di boxe.