La mamma di Patrizio Spasiano, morto a 19 anni sul lavoro: “Non viviamo più, voglio giustizia”
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La mamma di Patrizio Spasiano, morto a 19 anni sul lavoro: “Non viviamo più, voglio giustizia”

La mamma di Patrizio Spasiano, morto a 19 anni sul lavoro: “Non viviamo più, voglio giustizia”

Simona Esposito, seduta su una sedia, con poche persone intorno, come sua figlia, suo marito e altri membri della sua famiglia, sfoglia una foto del suo ragazzo, Patrizio, anch'esso seduto, con un sorriso tranquillo. La mamma non può parlare del figlio morto a 19 anni, in fabbrica, solo alcuni mesi dopo aver iniziato a lavorare. “Sono arrivata là, ma non sapevano dire dove fosse. Dicevano che non sai niente”, racconta, combattuta tra l'angoscia e la fiducia che provochi l'intenzione di cercare giustizia.

La sua famiglia, insieme agli inquirenti, cerca di ricostruire cosa sia successo. La madre del ragazzo aveva sperato di costruirsi un futuro con il suo, ma adesso è sola, con solo la speranza di trovare risposte alle sue domande. “Chissà se m'ha chiamato, chissà se m'ha detto mamma aiutami…”, dice, la voce alterata dal pianto, impazzita dalla disperazione.

Patrizio, un ragazzo semplice, aveva lasciato la scuola troppo presto, non potendo suo padre permetterle di darle una pensione regolare, e aveva trovato un lavoro nella fabbrica. Era bello, buono, troppo buono, troppo debole. La mamma non aveva mai immaginato che non l'avrebbe più visto. “Era il nostro gigante buono, il nostro grande. Non pretendeva tanto, solo voleva lavorare, imparare un mestiere, trovare un futuro”, ricorda, disperata.

La sua famiglia non accetta che il destino del ragazzo resti ignoto, e chiede giustizia. La mamma non abbandona la speranza di trovare risposte, nonostante la burocrazia e i tempi lunghi. “Io so che non torni, io so che morire non deve più succedere. Sarò sola, ma cerco la verità”, conclude, la voce sommessa, la speranza rinata.


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