L’articolo “La Manona del Mossad penetra ogni pertugio” riferisce di un ipotetico tradimento del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, da parte di un agente israeliano mascherato da emissario iraniano. La sostanza chimica sarebbe stata usata per “tracciare” la posizione di Nasrallah, il cui corpo è stato recuperato intatto dopo l’attacco aereo israeliano a Beirut.
Secondo un canale di notizie saudita, Nasrallah avrebbe stretto la mano all’agente israeliano, che gli avrebbe passato la sostanza sconosciuta. L’agente sarebbe stato un iraniano in visita a Beirut. Fonti di sicurezza hanno suggerito che la sostanza potrebbe essere stata identificata da un sensore o da una telecamera a bordo di un drone a bassa quota.
L’articolo riferisce anche di altre ipotesi sul tradimento di Nasrallah, tra cui il fatto che gli ayatollah iraniani lo avrebbero sacrificato in cambio di concessioni diplomatiche, fine delle sanzioni e aperture economiche dall’Occidente. La cosiddetta “pista iraniana” potrebbe nascondere un gioco per alimentare i sospetti e le frizioni nei ranghi dei guerriglieri verso il protettore.
Altre teorie suggeriscono che l’informatore potrebbe essere un alto ufficiale iraniano che ha collaborato con il Mossad per ragioni personali o che forze politiche locali, come gli ambienti della sicurezza libanese, hanno collaborato con Tel Aviv per scompaginare il quadro e creare un nuovo ordine.
L’articolo cita anche l’intervista di un imam sciita saudita, Mohammed Alì Al Husseini, che ha scritto un messaggio a Nasrallah due giorni prima dell’attacco israeliano, sconsigliandogli di resistere a Teheran e di ritirarsi a nord del fiume Litani. L’imam è stato accusato di essere un emissario di Riad e di aver ispirato l’attacco israeliano.
In sintesi, l’articolo presenta varie ipotesi sul tradimento di Hassan Nasrallah, tra cui la possibilità che fosse stato contagiato con un agente chimico da un agente israeliano, l’ipotesi che gli ayatollah lo avrebbero sacrificato in cambio di concessioni diplomatiche e l’ipotesi che forze politiche locali o ambienti della sicurezza libanese abbiano collaborato con Tel Aviv per scompaginare il quadro.