La nave di Medici senza frontiere bloccata a Genova: “Il governo favorisce i respingimenti libici”
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La nave di Medici senza frontiere bloccata a Genova: “Il governo favorisce i respingimenti libici”

La nave di Medici senza frontiere bloccata a Genova: “Il governo favorisce i respingimenti libici”

La nave di Medici senza frontiere è stata bloccata a Genova, e il fatto più allucinante è la collusione tra il governo italiano e la Guardia Costiera libica. Secondo le testimonianze raccolte, le persone soccorse in mare da Medici senza frontiere sono state respinte dalla Guardia Costiera libica, che finanzia l'Italia e l'Europa. Questo significa che ogni volta che le persone sono state respinte in mare, sono state riportate in Libia, dove sono state vittime di estorsione e torture.

La nave di Medici senza frontiere, la “Joven”, ha rischiato di essere bloccata a Genova a causa di un fermo amministrativo imposto dal decreto piante dosi. Ciò significa che la nave non potrà più operare nel Mediterraneo centrale fino a nuovo ordine.

Il 19 settembre, la “Joven” ha soccorso un barchino con a bordo 106 persone, tra cui molti minori, donne incinte e anziani. Dopo il primo soccorso, la nave ha ricevuto l'autorizzazione dal porto italiano di sbarcare i sopravvissuti presso il centro di ricezione italiano. Tuttavia, mentre la nave procedeva verso il secondo soccorso, è apparso in zona una motovedetta della Guardia Costiera libica, che aveva già respinto in mare molte persone.

La guardia costiera libica è accusata di compiere respingimenti brutali, tra cui il fuoco contro i gommoni che contenevano persone in fuga. Inoltre, le persone respinte in mare sono state costrette a tornare in Libia, dove sono state vittime di torture e estorsione.

Il fatto che il governo italiano e l'Europa finanzino la Guardia Costiera libica è “incredibile”, poiché questo significa che l'Italia e l'Europa stanno aiutando a respingere le persone in mare, anziché salvaguardare le loro vite.

Il problema delle migrazioni e dei confini è un'arena complessa, ma è chiaro che il diritto internazionale deve essere rispettato. È importante ricordare che le persone che partono dalle coste della Libia non sono “fugge” che vogliono attraversare confini, ma persone che sono state costrette a lasciare il loro paese a causa della situazione di instabilità in Libia.

È impossibile immaginare che qualcuno lasci la propria casa, la propria famiglia e i propri averi per attraversare confini diversi per mesi, solo per poi ritrovarsi in Libia sotto torture. È chiaro che la via del mare è pericolosa e che le morti non sono diminuite, ma è anche chiaro che non è possibile aiutare le persone in mare senza rispettare le norme internazionali.

La decisione di bloccare la nave di Medici senza frontiere è un atto paradossale, poiché impedisce alle persone in difficoltà di ricevere aiuto e soccorso. È tempo che il governo italiano e l'Europa rispettino le norme internazionali e aiutino le persone in difficoltà, anziché finanziare la repressione delle migrazioni.


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