La Niña è la voce della nuova canzone napoletana: “Il suono della tradizione è eterno”
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La Niña è la voce della nuova canzone napoletana: “Il suono della tradizione è eterno”

La cantautrice napoletana Carola Moccia, nota come La Niña, è tornata sulle scene con il suo nuovo album “Furèsta”, un gioiello che mescola la modernità con l'anima primitiva della popolare campana. Il disco è stato presentato da due singoli, “Figlia d' ‘a tempesta” e “Guapparìa”, entrenotos di un'opera che racconta la storia della regione felice, come la chiamano gli studiosi.

La Niña, nota per il suo legame con il folclore napoletano, che la rende la “Rosalìa italiana”, ha sempre cercato di raccontare la storia della sua regione con espressioni musicali autentiche e trasmette la sua passione per la popolare campana. L'album “Furèsta” non è un'eccezione.

«La musica è quella che definisce “musica radicale, cioè radicata nel proprio background”, come dicono anche Rosalìa e Nathy Peluso. La musica a cui io faccio riferimento ha poco a che fare con la città di Napoli, con il suono urbano della città. Forse Napoli mi va un po' stretta. Ha molto più a che fare con le campagne e quindi col folclore che ha radici campane. Cioè parliamo delle campagne anche del Salernitano, quelle che poi De Simone ha citato nelle sue opere come La gatta cenerentola. Tutti la conoscono ma in realtà nasce dallo studio di cose antichissime. Quello è il mio vero background.»

Il sound del disco è unanime nel suo intento di riprendere il suono tradizionale della e Mediterranea, di un mondo che non è solo napoletano, ma regionale. La Niña ha lavorato con il produttore di fiducia Alfredo Maddaluno per creare un disco unico, con suoni prodotti con gli zoccoli di cavallo e con i capelli bagnati usati per battere i tamburi a cornice.

Il singolo “Guapparìa” è un esempio di questo stile, un brano che critica l'ipocrisia sociale e religiosa e la superficialità delle persone che si divertono a rappresentare la “guapperia”, la teatralità della malavita di strada, ma non sono disposti a affrontare le ingiustizie e il dolore altrui. Canto ripetuto nel ritornello: “Senza amore non si canta, senza amore non si suona, senza amore, senza amore, la guapporia non ha cuore” è un messaggio potente che muove verso una riflessione sulla parte della società napoletana e non solo.

La Niña, attraverso la sua musica, vuole raccontare la storia della Campania, non solo napoletana, ma regionale, e fare emergere la verità dalle illusioni e dalle apparenze. Un compito difficile, ma che potrebbe darci un'opportunità di capire meglio la storia della Campania e, in generale, delle culture del Mediterraneo.

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