La nuova missione della Rai è fare cultura, non populismo: serve un nuovo quadro normativo
Tutto ha inizio 100 anni fa. Il Duce Benito Mussolini decide che la comunicazione deve essere come il demanio delle spiagge, una prerogativa dello Stato e così la radio di Guglielmo Marconi & soci diventa EIAR. 20 anni dopo, lo Stato democratico conferma la sua proprietà della radio e la chiama Rai; 10 anni dopo, quando dagli USA arriva la televisione, anche quella è dello Stato che ne concede la gestione alla sua azienda radiofonica. Con una “cosa” nuova, la missione di servizio pubblico. Da allora sono trascorsi 70 anni, tutto è cambiato ma non la missione.
Oltre due secoli fa l'umanità viveva il passaggio dalla società agricola a quella industriale. Oggi siamo nel bel mezzo della transizione dalla società industriale a quella digitale. L'etica della responsabilità…