La nuova vita di Daniele Virgili, il vigile urbano che ha perso una gamba: “Sogno le Paralimpiadi”
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La nuova vita di Daniele Virgili, il vigile urbano che ha perso una gamba: “Sogno le Paralimpiadi”

La nuova vita di Daniele Virgili, il vigile urbano che ha perso una gamba: “Sogno le Paralimpiadi”

Daniele Virgili, un vigile urbano di 26 anni, racconta la sua nuova vita dopo un incidente che lo ha cambiato radicalmente. La tragedia arrivò mentre stava lavorando, investito da un'automobile e con la perdita di una gamba. Malgrado la difficoltà, Daniele si è salvato, ma dovrà affrontare un lungo percorso di fisioterapia per ritornare a camminare.

In quel momento, pensavo che fosse il mio ultimo istante. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata che tutto era finito. Mi è venuto istintivo prendere il cellulare e mandare subito un messaggio audio al gruppo di famiglia, raccontando cosa era successo, in modo che mio fratello e mio padre, se non c'è stato possibile, non dovesse esserci qualcun altro a comunicare il mio decesso. Volevo essere io a raccontare la mia storia.

Mio fratello mi chiamò subito al telefono e mi disse di rimanere con lui al telefono. Io avevo salutato mio fratello e mio padre che stavano arriva' in macchina, dicendogli di salutare. Poioarda del mio cuore non avevo sentito, e cercavo di non so che li ho voluti salutare perché non so se sarei riuscito a rivederli.

Sul luogo dell'incidente, fortunatamente, potei sentire le voci di loro, seppure un po' confuse. Non mi ricordo di aver pianto, ero troppo “fatto” (fisicamente) per piangere.

La casa, la mia casa, è proprio la stessa dell'incidente. Stando in carrozzina o con le stampelle, certe cose mi sembrano più difficili. Ad esempio, devo chiamare aiuto mamma, papà, fratello, quindi queste volte mi dà un po' di rabbia, un po' di dispiacere, un po' di tristezza.

La mattina, appena sveglio, è la parte più difficile, perché penso che tutto ciò che è successo è un brutto ricordo. La mia gamba manca, e poi, dopo 5-10 minuti, mi accorgo che la realtà è diversa, manca la vita che era. La cosa importante è che ho una vita, una vita che non potevo avere, e quindi questo mi dà la forza per provare a procedere.

Vedo il futuro in piccoli passi, cioè parto passo per passo. Il sogno a breve termine è di avere un artificiale per ritornare a fare una passeggiata con la mia famiglia e la mia ragazza. Un altro progetto che voglio cercare di affrontare è trovare lo sport più adatto a me e il sogno a lungo termine è di partecipare a una paraolimpiade. Sarebbe un sogno per me.


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