La patetica ritirata occidentale e la lezione di Carola Rackete
È difficile, almeno per me, non condividere l'amarezza e lo sconcerto di Yaryna Grusha, dinnanzi al lungo elenco delle piccole e grandi capitolazioni dell'Occidente nel confronto con l'imperialismo russo cui abbiamo dovuto assistere soltanto nel settembre del 2024. Dalle parole di Donald Trump sull'Ucraina che semplicemente «non esiste più» (se avete l'impressione di averla già sentita, non vi sbagliate: consideratelo il biglietto da visita dei propagandisti del Cremlino) a Olaf Scholz che starebbe pensando di fare una telefonatina a Vladimir Putin in vista del prossimo G20, passando per le dichiarazioni di Juan Antonio Samaranch sulla possibilità di riammettere la Russia ai Giochi Olimpici, la proiezione di un film di propaganda russa alla mostra del Cinema di Venezia…