La provocazione di Marattin infiamma l'Aula: “Senza il M5S si lavora bene, chiudiamo le frontiere”
La provocazione di Marattin infiamma l'Aula: “Senza il M5S, si lavora bene, chiudiamo le frontiere”. I deputati esprimono sentimenti contrastanti in merito al provvedimento in discussione. Marattin,ấuscuendo la discussione, si eleva a una riflessione più ampia sulla situazione politica attuale.
“Senza l'M5S, si lavora bene, chiudiamo le frontiere”, afferma, suscitant vividamente l'Aula. Ma, chiedendosi se questo atteggiamento sia giustificato, qualifica: “Non so, merito della Presidenza, guardi, non è che sono quei casi in cui verrebbe da dire chiudiamo le frontiere, onorevole Marattin, prego, andiamo sull'emendamento. Guardate, non ho le speranze, lasciamo intervenire, onorevole Marattin, onorevole Speranza, per favore, prego, onorevole Martin”.
La discussione si arriva al voto sull'emendamento, e Marattin afferma di votare a favore, sostenendo che la legge delega posi il principio che ha sostenuto negli anni da quando era studente. Tuttavia, esprime preoccupazione per il parere contrario espresso dal governo, che ha cambiato nome al ministero dell'Istruzione, escludendo da un allineamento necessario le università che non passano i criteri dell'ANVUR.
“Sono talmente vaghe che si può votare a favore o contro”, afferma, rilevando la mancanza di un'esplicita motivazione per il voto contrario espresso dal governo. “Sono quei casi in cui verrebbe da dire chiudiamo le frontiere, onorevole Marattin, prego, andiamo sull'emendamento”, replica.
In seguito, l'exposure della riforma, la storia del parlamentare si allarga a riflessioni sulla situazione politica attuale, con un tono critico. “Rallegrarsi dell'assenza di deputati eletti in questo Parlamento sembra una cosa piuttosto fuori luogo. E che la maggioranza si rallegri della mancanza dell'opposizione sembra ancora più fuori luogo. E sembra allinearsi a un pensiero che in questo nostro tempo è piuttosto preoccupante: si può governare, anzi comandare, perché si è preso un voto in più degli altri. Questo ci preoccupava e a lei che rappresenta l'istituzione, glielo restituiamo con piacere”.
