La psicologa Ameya Canovi spiega come essere felici anche se i tuoi genitori non lo sono stati
in , ,

La psicologa Ameya Canovi spiega come essere felici anche se i tuoi genitori non lo sono stati

Titolo: Ameya Canovi presenta il nuovo libro “Dentro di me c'è un posto bellissimo”

Nel suo nuovo libro “Dentro di me c'è un posto bellissimo”, edito da Vallardi, la dottoressa Canovi sostiene che dentro di noi c'è un posto interiore ognuno può dirsi rifugiare, un luogo dove guardare dentro di sé e osservare sé stessi con empatia e comprensione. “È un posto dove rifugiarsi quando fuori piove. È molto facile essere brillanti quando le cose scorrono, quando siamo nel flow. E invece nelle giornate buie abbiamo bisogno del nostro posto, che è dentro. E dobbiamo avere fiducia perché un sacco di persone mi dicono ‘Ma dottoressa, io quel posto non ce l'ho'. Invece ce l'abbiamo proprio tutti ed è una risorsa”, afferma la dottoressa Canovi.

Il libro è diviso in due parti: una più scientifica e una più emozionale, comprensiva di riflessioni e testimonianze. La prima parte è più scientifica, basata sulle neuroscienze, mentre la seconda parte è più emozionale, con storie e testimonianze personali. La dottoressa Canovi sostiene che “Più ti opponvi, più fa male. Questa è un'esperienza che vedo quotidianamente con i miei pazienti e anche con me stessa. Con questa tristezza che cosa posso farci? Io ho scritto questo libro quando ero triste perché possiamo usare questi momenti per interrogarci, per guardarci dentro, ma anche osservarci nella forte portata creativa. Cosa posso fare con questo stato d'animo?”

Durante l'intervista con Daniele Bossari, la dottoressa Canovi parla anche della paura di essere felici. “La felicità spaventa, perché se io sono felice divento anche più vulnerabile e meno attento alla vita. Poi magari sono fedele ai miei schemi familiari. Se tutte le persone della mia famiglia hanno il peso della tristezza che ci passiamo come zavorra, come eredità emotiva, io farò molta fatica a tradirli. Quindi ci vorrà un lavoro su sé stessi molto profondo prima di autorizzarsi alla felicità. Ma è possibile.”

La dottoressa Canovi sostiene inoltre che “una parte di noi, di cui non si parla ancora molto, è il nostro sistema nervoso autonomo. Noi abbiamo dei rilevatori di pericoli, una parte di noi che funziona in maniera protettiva che ci segnala pericoli e ci fa scattare delle paure non passando dai processi cognitivi. Se abbiamo mappato che riuscire, che avere successo può essere pericoloso, cosa faremo? Il nostro sistema ci riporterà indietro dicendo ‘Non avere successo perché i tuoi genitori ti hanno detto che ti espone troppo alle invidie', per esempio. Quindi noi avremo quel timore di osare. Dobbiamo fare i conti con le nostre paure, con il nostro stato di ‘freeze' di cui non parliamo a sufficienza – cioè quando il nostro sistema ci manda in shut down – che va rispettato e va riconosciuto.”

L'eredità emotiva è un tema che la dottoressa Canovi affronta nel suo libro e con Daniele Bossari. Questo tema è molto attuale, especialmente tra la Generazione Z, che altrettanto vuole staccare dall'eredità emotiva negativa tramandata in famiglia. La pandemia ha portato a un aumento di questo tema, che si ritrova negli hashtag sui social media e negli album dei giovani musicisti, come ad esempio Charli XCX, che ha canzonato sull'eredità emotiva nel suo album “Brat”.

Secondo la dottoressa Canovi, l'eredità emotiva è un tema che richiede la riconoscenza e il lavoro personale per risolverlo. “Riconoscere il ciclo, il modello emotivo ereditato, lavorare su di esso attraverso il dialogo o la terapia e imparare poi a costruire relazioni più sane con il prossimo e con sé stessi, dove l'espressione emotiva è libera e autentica.”

Cosa ne pensi?
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0