la roma ‘notturbina’ ritrova il bar della pace! riapre lo storico caffè amato da
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La grande edera rampicante del centro storico di

Era vero che la grande edera rampicante che incorniciava lo storico ingresso in legno del Teatro dell'Opera di , disegnando un piccolo sfondo da cartolina per i tavolini in bilico sui sampietrini del centro storico, non c'è più. La struttura vegetale di 80 anni, chiamata anche “Gigi” dagli attuali e dei vecchi frequentatori, è stato infatti demolita ultimamente.

La storia di “Gigi” è molto antica, risale ai primi anni '30 del ‘900. La pianta fu donata ai Teatri Uniti dalle signore dell' associazione “La Dolce Vita”, che miravano a creare un piccolo giardino sul luogo urbano. Negli anni ha attraversato momenti molto difficili, come i bombardamenti del '45 e il passaggio alle nuove strutture gestionali.

La città ha espresso rammarico per la sua scomparsa. “Fu un piccolo gioiello verde in mezzo alla frenesia città”, ha dichiarato , presidente dell'associazione Roma Nuova cultura. “Ricorda un momento in cui ci si fermava a mangiare o bere un espresso guardando il teatro e ammirando quella splendida pianta”. Marini riporta il ricordo di come il luogo fosse pieno di storia e di vita: “Non c'è un ragazzo romano del quartiere che non ricordi di avermici mangiato delle supplì con i grandi genitori”.

La demolizione della pianta rampicante ha suscitato emozioni differenti. Per alcuni la sua partenza è dovuta all'incuria e al mancato mantenimento del luogo. “Gigi è stato una bellezza perduta in un quartiere che aveva bisogno di restaurazione”, si è detto. Invece per altri era necessaria una rinnovata immagine di un'area che soffriva di poco spazio e di urbanizzazione invasiva. “Ci vorrebbe uno spazio pubblico fruibile”, si lamenta, “e invece questo giardinetto stava occupando un spazio importante, senza rendersi conto del degrado”. Altre voci reclamano che la piante stava diventando invasiva.

Inoltre, negli ultimi anni le autorità cittadine avevano inizato a ristrutturare l'ingresso del teatro, ridisegnando la struttura urbana intorno allo storico palazzo operaio. Questo gli aveva dato un sguardo più moderno e razionale, perdendo comunque la meravigliosa vista “Gigi”. La grande edera rampicante, da una parte ci lascia ricordare ciò che si è persi nella vita quotidiana, l'altra forse ce la ricordano i nostri spazi e luoghi più bell'i.

Il ritratto ufficiale della città vuole ripensare allo spazio urbano romano in base alle realtà contemporanee, per dare un risalto maggiore allo sviluppo commerciale e residenziale del centro storico. Non c'è dubbio che si tratti di un grosso compito, sia per Roma che per chiunque altri sia interessato alla bellezza e ai valori del passato. Quel che va salvato non è l'edicola, lo sfinge, il tabernacolo, le fontane e le gallerie coperte dell'Opera Nazionale Architetti; ma che cos'è che va perso. “La grande edera rampicante – ha dichiarato Mario Berta, presidente degli Ordini degli Architetti di Roma – è soltanto l'icone di ciò che dovremmo perdere.

E il grande problema era che i problemi locali del Teatro Operaio dovevano riuscire a lavorare di fianco. Era evidente che avrebbero bisogno di una strategia ben precisa, senza compromettersi. La discussione sugli spazi pubblici e quelli di spesa doveva andare avanti, mantenendo la legittima autorità comunale come autorità supremo sul paese”.

ricorda i momenti felici: “la sera i turisti avevano modo di assistere alla rappresentazioni di prosa e a cantante”, e lo stesso piazza del campidoglio era circondato di gente alla fine dell'estate in una meravigliosa festa per la popolazione di Roma; ci è piaciuta, questo tipo di divertimento; però alcuni ci guardano come disastre”.

La decisione del demolire questa meravigliosa eredità romana avrebbe anche generato ulteriore inquietudine sulle sorti future della capitale eterna, tra le domande in merito alla riqualificazione del centrale Roma Nuova ed al possibile mantenimento dello storico teatro Roma. Ci vorrebbe comunque il pensiero creativo ed originale riguardo allo spazio urbano di Roma”.

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