La Russia sta davvero contestando la sovranità degli Usa sull'Alaska?
La Russia sta davvero contestando la sovranità degli Stati Uniti sull'Alaska? Mentre i presidenti di Russia e Stati Uniti si preparano a incontrarsi nella capitale dell'Alaska, un'ipotesi è riemersa online: Vladimir Putin rifiuterebbe la legittimità della vendita dell'Alaska agli Stati Uniti nel 1867 da parte della Russia.
L'Alaska fu venduta dalla Russia agli Stati Uniti nel 1867 per 7,2 milioni di dollari, in modo che Mosca potesse pagare i debiti contratti durante la Guerra di Crimea. All'epoca, l'Alaska non era considerata economicamente strategica per il Cremlino e veniva vista come una parte remota del territorio russo. Oggi, è il più grande stato degli Stati Uniti.
Da quando è stato confermato che l'incontro tra Putin e Trump si sarebbe tenuto in Alaska, funzionari di spicco del Cremlino hanno fatto riferimento alle pretese storiche della Russia sulla regione. Un emissario del Cremlino ha anche condiviso fotografie di chiese ortodosse russe nel territorio.
Gli utenti dei social media hanno iniziato a speculare sul fatto che il presidente degli Stati Uniti potrebbe essere costretto a restituire il territorio a Putin. Queste speculazioni sono state alimentate da un'apparente confusione di Trump, che ha affermato di recarsi in Russia per incontrare Putin.
Tuttavia, non è stato possibile verificare l'esistenza di documenti ufficiali della Corte Suprema russa che annullino la vendita dell'Alaska del 1867. Un decreto di Putin del gennaio 2024 esiste, ma si riferisce alla protezione degli asset storici russi all'estero e non menziona specificamente l'Alaska o la sua vendita del 1867. Alcuni analisti ritengono che il Cremlino potrebbe utilizzare questo decreto per riaprire dispute territoriali storiche, ma non ci sono prove concrete che la Russia stia contestando la sovranità degli Stati Uniti sull'Alaska.
