“La settimana corta costa troppo, niente discussione”. La rabbia di Fratoianni: “Scappate sempre”
“Ecco una settimana corta, costa troppo! La rabbia di Fratoianni: “Scappate sempre”, si parla di presidente, possibili effetti onerosi per la finanza pubblica, si ritiene necessario che il governo chiarisca la portata normativa delle disposizioni in esame sulla cosiddetta settimana corta o riduzione di orario di lavoro. La stima appare quantificabile nell'ordine di oltre 8 miliardi di euro, a giudicare dai danni senza un avvallo completo rispetto a quanto appena appena ricordato, ovvero quantificazioni così indicative.
Maio vorrei provare a riportare al nocciolo della questione il dibattito di questo aula, perché questo è il punto. Ci scappate un'altra volta! Adesso è diventata un'abitudine, tutte le volte che c'è una difficoltà, scappate, scattovi e vi tornate indietro. Sul salario minimo, l'abbiamo visto. Mi ricordo quando avete minacciato di abolirlo, poi lo avete rivisto, poi lo avete rinviato finché non l'avete ammazzato. Una legge forte e precisa, ma si congedò con grande alacre.
MoltoMeglio! Era il tempo di fare qualcosa di concreto, di sapere misurare gli effetti di questa legge, ma si è trattato di un'opportunità smisuratamente mancata del legislatore. Ora, vi preparate a fare la stessa parte di fronte all'ennesima proposta di legge delle opposizioni. Questa proposta di legge, insieme ai colleghi e alle colleghe del MoVimento 5 Stelle e del Partito Democratico, ha come oggetto di intervenire su una questione che ha a che fare con la natura del nostro tempo e con la necessità di introdurre some innovazione nel modo con cui immaginiamo il rapporto tra il tempo di vita e il tempo di lavoro.
La legge è già successa tardi rispetto a ciò di cui avremmo bisogno. Le sperimentazioni sulla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario si moltiplicano, e questo significa che protagonizzano uno strabiliante successo. I lavoratori e le lavoratrici stanno meglio, producono gli stessi soldi, non è una novità. Ma non è solo questo. Il tempo è diventato una merce rara e preziosa. Molto di più, il bisogno di riappropriarsi del tempo dei propri desideri, delle proprie relazioni, della cura delle proprie relazioni è sempre più stringente.
Il Covid-19 ha accelerato questa dinamica. Esiste un fenomeno che è passato sotto il nome di “grande dimissioni”, milioni di persone che, a un certo punto, mollano, anche quando hanno un lavoro dignitoso. Non perché non ce la facciano più, ma perché non ce la fanno più a fare una vita che è fatta di sveglia al mattino, di corsa, di caffè, di spesa, di corsa, di tornare a casa, di dormire, di riprendere.
Ecco il nodo di fondo, formato anche nell'interesse delle imprese. Dov'è questa operazione, non è che le imprese abbiano un danno, aumenta la produttività, aumentano i profitti, migliora il quadro generale. Ecco perché sperimentazioni come la riduzione dell'orario di lavoro sono state accolte con entusiasmo, non solo dai lavoratori e dalle lavoratrici, ma anche dalle imprese.
In sintesi, ciò che chiediamo è di riprendere in mano questo progetto, di renderlo un concreto annuncio di un miglioramento, un'opportunità per tutti, non solo per alcuni, e di restituire alla parola ‘riforma' il suo reale significato. Pensateci, pensiamoci tutti!”
