La trappola della prevenzione davanti al pericolo trumpiano
Alla vigilia delle elezioni più importanti nella storia degli Stati Uniti, e nostra, non vorrei cadere in quella che il nostro ministro della Cultura definirebbe una forma di «apocalittismo difensivo». D'altra parte i segnali, i fatti compiuti e le solide ragioni per temere un'apocalisse della democrazia occidentale sono tali e tanti che forse, come scongiuro, non ci resta che aggrapparci a quel vecchio detto di John Maynard Keynes: l'inevitabile non accade mai, l'inatteso sempre (per i cultori di filologia delle citazioni, rinvio a due lettere in merito, qui e qui, apparse l'anno scorso sul Financial Times).
D'altra parte, il disastro prodotto dal surriscaldamento politico globale in atto dal 2016, con Brexit e l'ascesa di Donald Trump, mette da tempo qualunque…