L’Afghanistan affronta la crisi umanitaria dopo tagli agli aiuti, tra i rimpatri e il terremoto
L’Afghanistan sta affrontando una grave crisi umanitaria a causa dei tagli agli aiuti esteri e dell’aumento dei rimpatri dei rifugiati. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha dichiarato che i tagli agli aiuti stanno minacciando la capacità delle Nazioni Unite di sostenere gli afghani vulnerabili che tornano nel paese.
Quest’anno, oltre 2 milioni di afghani sono tornati dall’Iran e dal Pakistan, dove i governi stanno intensificando i rimpatri. Tuttavia, l’assistenza umanitaria disponibile è insufficiente e la situazione è aggravata da un recente terremoto mortale.
Molti afghani di ritorno arrivano indigenti e hanno bisogno di un alloggio e di un lavoro per ricostruirsi una vita. Le donne sono particolarmente vulnerabili, poiché i talebani hanno intensificato le restrizioni sui loro diritti. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha addirittura interrotto l’assistenza ai rimpatriati dopo che i talebani hanno impedito al personale femminile di lavorare.
Gli Stati Uniti hanno tagliato oltre 1,7 miliardi di dollari di aiuti all’Afghanistan, costringendo circa 50 agenzie a sospendere parzialmente o completamente le operazioni. Le Nazioni Unite hanno avvertito che questa potrebbe essere una condanna a morte per milioni di persone.
La situazione è particolarmente difficile per le donne che tornano dall’Iran, dove hanno avuto accesso all’istruzione e al lavoro. Tornare in un Afghanistan dove non hanno libertà di lavorare o di studiare è fonte di grande ansia e incertezza. La comunità internazionale deve trovare un modo per sostenere gli afghani vulnerabili e garantire che i loro diritti umani siano protetti.
