Landini: “La libertà è in pericolo, tutto è in vendita, anche la dignità delle persone”
“Era una frase che mi interessava molto la libertà è in pericolo, tutto è in vendita, anche la dignità delle persone. Ieri lo storico ci diceva che c'è una differenza tra battersi per difendere qualcosa che hai già e battersi per conquistare qualcosa che non hai. Io penso che noi non stiamo solo difendendo, non siamo in una situazione di semplice difesa. Noi siamo in una situazione in cui stiamo provando a svolgere un compito che coinvolge altre persone, altre associazioni, altre realtà, altre culture, altre tendenze per poterlo realizzare. E ho l'ambizione di conquistare un mondo che oggi non c'è, fondato sulla libertà, solidarietà e giustizia sociale.
Riteniamo che questo sia un punto importante anche per raggiungere l'obiettivo che vogliamo raggiungere con questa campagna elettorale, cioè il quorum. Consentitemi la franchezza, noi non ci chiamiamo del “De Cuberten”, dove l'importante èché in questo momento noi sappiamo perfettamente che abbiamo bisogno di portare a casa dei risultati e l'obiettivo di un referendum di questa natura è il quorum per fare in modo che il giorno dopo il risultato concreto per milioni di persone sia quello di un cambiamento nella loro condizione di vita e di lavoro.
Non sto dicendo che è facile, non sto dicendo che è scontato, non sto dicendo che è ovviamente. Probabilmente, una delle cose più difficili che ognuno di noi non si è mai trovato ad affrontare. Ma io credo che non solo perché pensiamo di avere ragione, ma perché pensiamo che ci possano essere le condizioni per realizzare. A partire dalle condizioni di vita e di lavoro che le persone oggi vivono.
Voglio partire da un punto anche dietro alla scelta del titolo della campagna elettorale, vogliamo affrontare tre questioni. Parla di libertà, parla di democrazia e parla di rivolta per poter realizzare la libertà e la democrazia, e quindi della partecipazione delle persone, del coinvolgimento delle persone. Se partiamo dall'idea di libertà, oggi siamo in una situazione in cui la libertà è in pericolo, in particolare quella che si è affermata. È un'idea di libertà che è fondata in realtà sulla competizione con l'altro e con un'idea di libero mercato, in cui sta passando l'idea che la libertà è poter comprare e vendere tutto, che tutto è in vendita, anche la dignità delle persone.
Ci sono molti studi in giro per il mondo che in un modo o nell'altro indicano anche questo e prendendo ad esempio un riferimento che in alcuni casi dà anche un elemento di valutazione della qualità della Libertà ad esempio se esiste o non esiste una stampa indipendente, quindi una comunicazione indipendente. Ci sono alcuni studi che indicano non solo che c'è stata una progressiva riduzione degli spazi di libertà, ma che ci sono nel mondo tra il 70 e l'80% di situazioni in cui si parla di diversi regimi autoritari o comunque di riduzione degli spazi di libertà.
Se ragioniamo è proprio l'insieme dei diritti delle persone che definisce poi qual è il tuo spazio di libertà legato alla possibilità che tu hai di agire, di fare di poter scegliere e come ci siamo detti, se ragioniamo anche per la scelta che abbiamo fatto. Siamo partiti da un punto, cioè che una persona non è libera se è precaria, una persona non è libera se non arriva alla fine del mese con lo stipendio, una persona non è libera se addirittura si continua a morire sul lavoro, una persona non è libera se non si può realizzare nel lavoro utilizzando la tua intelligenza. Una persona non è libera se in base alle sue espressioni può essere o al suo genere può essere discriminato e da un certo punto di vista, quello che oggi è venuto meno.
E qui, secondo me, c'è un punto di riflessione anche della nossa azione, di capire perché si è determinato questa cosa. C'era un punto della nostra Costituzione fondamentale era proprio un'idea di libertà che non era fondata sul profitto e sul mercato. Quando si dice “L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro” e poi si dice che il lavoro deve avere tutta una serie di caratteristiche fino a essere un diritto, quando si dice che il compito di uno stato di governo è rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone di poter partecipare di potersi realizzare di essere cittadini appunto liberi in quanto tali, vuol dire e dentro a questo, con tutto ciò che riguarda la centralità del lavoro, non c'è scritto che è fondata sull'impresa, sul profitto sulla proprietà, è fondata sul lavoro, è fondata sulle persone e questo elemento aveva in fondamento un'idea di libertà delle persone come fondata sulla solidarietà umana e sociale, sulla giustizia sociale, sulla realizzazione delle persone attraverso il lavoro e attraverso un lavoro stabile non precario, che gli permettesse anche di poter discutere di che cosa faceva, di come faceva, del perché lo faceva.
E da questo punto di vista, di allargare gli spazi di libertà, di essere cioè un cittadino anche dentro il luogo di lavoro, non un suddito o un soggetto sfruttato senza alcuna possibilità di realizzarsi e di intervenire. I diritti non ce li ha mai regalati nessuno e se non c'era il coraggio di uomini e di donne che mettevano davanti a sé quello che sarebbe successo a loro, ponevano il problema che solo attraverso la loro azione si poteva migliorare la loro condizione e cambiare il quadro. Ecco allora, io credo che da questo punto di vista, la fortuna che noi abbiamo avuto di nascere in un periodo in cui i diritti c'erano e di nascere in un periodo in cui la guerra non era lo strumento normale di regolazione.
Spero che da questo punto di vista, io credo di poter condividere, anche se non ho bisogno di condividere, che la reazione alle biglie non bastano”.
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