L'appello dei lavoratori: “Salviamo il Castello delle cerimonie, Sonrisa non può chiudere”
Il mio stato d'animo inerente a ciò che sta succedendo al Castello delle cerimonie, noto anche come La Sorrisa, è uno stato d'animo confuso, simile a quei film che non capisco bene come si conclude. La notizia che, a seguito di una sentenza per lottizzazione abusiva, l'attività potrebbe chiudere entro poco tempo, mi lascia senza parole.
Sono cresciuto all'interno dell'azienda, a 36 anni fa, quando erano magici momenti per me. Era un mondo differente dal mio passato, elegante e dovecchio. La mia esperienza di scuola alberghiera mi aveva already alimentato l'ambizione di lavorare in un'azienda come questo, dotata di struttura ricettiva. Fu mio insegnante alberghiero a portarmi i documenti e a assumermi a tempo pieno, e da allora (dal 1989) lavoro nella struttura.
Il mio ruolo principale è quello di accogliere le persone, gli sposi, i fotografi e gli operatori del settore, e poi interfaccere con i metropolitani. Ricordo ancora il primo giorno di work, quando un anziano signore arrivò e fece smorfie facendo Smoranglia con la faccia. Gli chiesi perplesso perché facesse quelle smorfie, e lui rispose: “Guagliù, bello! Facciamo la mamma! E Bella!”.
La qualità del cibo è la chiave del successo del Castello delle cerimonie, e la gentilezza e disponibilità dei nostri collaboratori la rendono un luogo speciale. Personalmente, mi sento la mia figura, la mia identità legata a questo luogo. È il mio rifugio, il mio punto di riferimento.
Siamo famosi per i matrimoni di tutta la Campania e non solo, e anche anticamente, lavorano con noi in cucina, tra gli altri, il padre di Antonino Cannavacciuolo, Andrea. La gente viene qui per fare eventi speciali, e noi la realizzano con tanto amore e dedizione.
Però, non c'è un domani garantito. La sentenza di lottizzazione abusiva potrebbe chiudere la struttura in breve tempo, lasciando dei problemi per i miei 100 colleghi e per la loro famiglia. Siamo circa 500 persone a dipendere dalle sorti del Castello delle cerimonie.
Ci chiediamo semplicemente la possibilità di continuare a lavorare, di fare il nostro lavoro con la qualità e l'eleganza che sempre abbiamo dimostrato. Chiediamo di essere dati la possibilità di mantenere l'attività, non solo per noi, ma per tutta la città di Napoli, che ha accolto il Castello delle cerimonie come proprio fiore all'occhiello. Spero che le autorità si prendano in considerazione la nostra richiesta e ci consentano di continuare a offrire la felicità alle persone che ci ritrova.