L'appello del sindaco Manfredi alla sinistra: “La sicurezza non è patrimonio della destra”
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L'appello del sindaco Manfredi alla sinistra: “La sicurezza non è patrimonio della destra”

L'appello del sindaco Manfredi alla sinistra: “La sicurezza non è patrimonio della destra”

Il sindaco Manfredi dell'appello datagli come membro della sinistra: “La sicurezza non è di patrimonio della destra”. Sono profondamente convinto, non solo perché sono il sindaco di questa bellissima città, ma anche complicata, e anche onorevole di essere presidente della regione, ma sono profondamente convinto che il vero cambiamento nel nostro paese non può partire dagli enti locali, non può partire dai comuni, perché se noi guardiamo con obiettività il mondo che stiamo vivendo in questo momento, il mondo che vive nel paese in questo momento, ci accorgiamo che le destre che vogliono prendere un predominio mondiale oggi governano il nostro paese guardano a una realtà sociale fatta di tante persone sole che restano sole, con le loro connessioni attraverso la , che non hanno nessuna possibilità di aggregazione, e che per questo motivo vengono governate, alimentando le paure e le solitudini dei tanti, l'unico antidoto a questa visione del mondo, che è quella che vediamo ogni giorno, che vediamo cresce ogni giorno, e avere un curo della prossimità, e le uniche istituzioni che oggi sono vicine alle persone, perché debbono risolvere i problemi, debbono dare una risposta, debbono cercare con difficoltà che noi abbiamo, e poi ne parlerò un attimo, debbono cercare di dare delle soluzioni ai tanti bisogni che crescono ogni giorno, sono i comuni, i sindaci, gli amministratori locali, che sono a contatto con le persone, e sono in grado di ascoltarle e anche di parlarci, oggi investire sui comuni, rimettere al centro della nazionale i comuni, significa rimettere al centro della nazionale le persone.

Negli ultimi mesi abbiamo tanto discusso di autonomia differenziata, e poi per fortuna diciamo questo treno è deragliato, insomma. E con la soddisfazione di tutti noi, ma quando noi abbiamo parlato di riforme, quando abbiamo parlato di un nuovo assetto anche dal punto di vista costituzionale del paese, non si è mai parlato dei comuni, e pure i comuni sono l'entità amministrativa più antica del nostro paese, il municipalismo è alla base della cultura del nostro paese, e sono anche l'istituzione più prossima alle persone, e che eroga la quasi totalità dei servizi primari e costituzionalmente garantiti nel nostro paese. Ecco, questo ci deve far molti riflettere. Perché io credo che se noi vogliamo avere una visione comune, una visione del campo progressista che guardi a una nuova proposta politica vincente in Italia, non possiamo che partire dalle amministrazioni locali, dagli amministratori locali, da coloro che lavorano sui territori, dalle reti che lavorano sui territori, e quindi fare una proposta, una proposta di una visione che sia una visione che tenga conto di due aspetti che io ritengo oggi fondamentali: la cura, perché le persone si sentono sole e trascurate, se noi giriamo periferie, chi incontriamo, incontro tante anziani che vivono da soli, che soffrono di una sanità territoriale completamente assente, che non hanno il medico di famiglia, che non sanno a chi rivolgersi per avere una medicina o per avere un esame diagnostico. Troviamo tante persone sole, che senza una rete sociale di assistenza non sono in grado neanche di fare la spesa e di poter mettere un piatto a tavola. Troviamo tante persone, non parliamo solo dei poveri, parliamo dei giovani, delle Giovani Coppie degli studenti, delle persone che oggi vedono il loro primo problema, il diritto alla casa, non hanno la possibilità di poter avere una casa regolare, non hanno la possibilità di poter vivere vicini al loro posto di lavoro e sono costretti spesso a spostamenti e a direi a una vita a condizioni di vita che sono condizioni di vita veramente disagiate. Vediamo tante persone che oggi non hanno il diritto al trasporto pubblico, che per potersi muovere da dove loro vivono e poter andare al centro della città o al posto dove lavorano, dove studiano, hanno difficoltà ad utilizzare i mezzi pubblici, perché le aziende di trasporto spesso sono in difficoltà, perché la situazione economica non gli consente di garantire un trasporto pubblico. Sono tutte persone che ci chiedono cura, che ci chiedono attenzione, che ci dicono “Noi siamo cittadini. Vogliamo avere i nostri diritti e vogliamo che qualcuno ci parli e ci dica perché questi nostri diritti non li possiamo esercitare”. Ecco il grande vuoto all'interno del quale poi si alimentano i populismi, la rabbia sociale, la guerra tra poveri che avvantaggia la destra, a vantaggio dell'avanzamento di una visione della società e della politica che vede nell'autorità e negli autocrati la soluzione ai problemi delle persone. Noi se vogliamo combattere questo modello di società dobbiamo offrire un'alternativa concreta dobbiamo dare una risposta concreta ai bisogni delle persone e lo dobbiamo fare con una visione di sinistra, significa non l'uomo solo al comando che decide, ma una leadership plurale, la condivisione dei percorsi e dei processi, la scelta di soluzioni che vedono il coinvolgimento delle persone e delle reti sociali. Noi abbiamo una città molto difficile, io governo una città molto complicata, che però è una città che sta crescendo tanto con grande energia, grande voglia di cambiamento, grande voglia di fare, ma i nostri problemi più importanti li abbiamo risolti coinvolgendo le persone, vorrei ricordare solo due esempi: il grande progetto di restart di Scamp, un'operazione che ha visto insieme la comunità, le associazioni, i sindaci, l'Amministrazione comunale, che ha avuto come esito la riqualificazione di un'area simile a una piazza chiamata Scamp, dove sono state realizzate case per più di 2000 persone, 500 nuclei familiari, con possibilità di accesso a servizi come scuole, verde, e abbiamo fatto tutto parlare con le persone, coinvolgendo le comunità, coinvolgendo le associazioni, coinvolgendo i comitati con il dolore delle persone che hanno dovuto abbandonare una casa che era una casa non la casa che noi pensiamo una casa, in condizioni di vita che non erano dignitose, ma per loro era la casa. E allora hanno dovuto abbandonarla, però con la speranza e la consapevolezza e la condivisione che loro una casa l'avranno. Questo percorso non è stato un percorso imposto da qualcuno, ma è stato un percorso scelto insieme. E questo rappresentava un esempio importante per noi, rappresentava un esempio importante che per noi significava dare una risposta ai bisogni delle persone guardando da sinistra.

Non saremo mai maggioranze in questo paese se non saremo in grado di dare una risposta a questi bisogni e l'unico modo per dare una risposta è avere cura delle persone e prossimità alle persone. Se riusciremo a fare questo, partendo dai territori, alla fine avremo un'Italia migliore, e questa è quella che tutti noi vogliamo. Grazie, buon lavoro a tutti.


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