Lapsus di Nordio alla Camera, dice “udienze” al posto di “sedute” e l'aula si scalda
“Lapsus di Nordio alla Camera, esclama “udienze” al posto di “sedute” e l'aula si scalda. “Grazie, signor presidente, grazie a voi, eh”, come se questo chiarisse il concetto. “Naturalmente, il mio rammarico è anche mio, di non aver potuto partecipare a tutte le udienze delle quali, peraltro, sono stato sempre informato. Sedute sono alle sedute, ministro, perché là posso…”. Non vabè, è solo un lapsus, signor ministro, visto che ha detto “udienze” al posto di “sedute”.
Sempre perplesso, Nordio procede: “Invece qui sono le sedute abituato, in un lapsus che ricorda una lungissima carriera, quindi esatto il suo ruolo. Mi scusi, andiamo avanti, prego, signor ministro. Semel seme, semel magistrato, sempre il magistrato”.
Si può immaginare come, in questi giorni concitati, il ministro non possa essere bilocale, ma Nordio è sempre stato informato, ovviamente, delle sue osservazioni, di cui ha preso atto non solo, ma anche con grande attenzione. “Vorrei partire da una considerazione che ho sentito proprio in questo istante, eh”, e benché sia orribile parlare di sé stessi, come diceva Pascal, “parlare di sé stessi è orribile”. Ma di una cosa non si può accusare il ministro: di avere cambiato idea”.
Nel suo intervento, Nordio sembra non prendersi troppo sul serio la sua disattenzione e sembra di fare una specie di battuta, giocando sulla differenza tra “udienze” e “sedute”, per poi proseguire, un po' imperturbabile, sulla sua argomentazione. Eppure, è chiaro che l'incidente ha scaldata l'aula, e non solo per l'imbarazzo del ministro, ma anche per la commissione parlamentare che l'ascolta. È un modo, forse, per distendersi e mostrare che anche i più sereni possono farsi sorprendere in situazioni come questa. Ma in fondo, la vera battaglia politica è anche in questo: nell'uso della parola, nella capacità di giocare con la retorica, di mettere in atto strategie per non perder se stessi, o addirittura, non far perdere lo sguardo ai propri oppositori. È la capacità di comunicare con chiarezza, di persuadere e di convincere. E proprio per questo, nonostante l'errore, il discorso di Nordio potrebbe non essere stato privo di una sua valenza.