L'assassino Haniyeh e quella rassegna infame
Lo spazio, qui, è insufficiente per fare la rassegna anche solo dei titoli di giornale – figurarsi gli ettari di commenti – dedicati ieri alle virtù di moderazione, alle capacità di dialogo, alle incrollabili ambizioni di pace di Ismail Haniyeh, assassinato da Israele nel corso dell'attacco “terroristico” che ha fatto inaccettabilmente carne di porco del diritto di circolazione di quello statista e delle legittime ragioni di privacy a lui garantite dal regime delle impiccagioni. E come nessuno discute del buon titolo di chiunque di deplorare la fine ingiusta di quell'illuminato tessitore di relazioni (“l'uomo della distensione!”), così sono incontestabili i trasalimenti del geopolitologo che preconizza il pericolo imminente dell'escalation per effetto di quello…