La storia di Jasmine, una storia di sofferenza e intollerabili condizioni di detenzione. Dopo aver passato tre notti nel centro di detenzione, Jasmine ha subito un trattamento ignobile. È stata prelevata dalle sue celle alle 3 del mattino, insieme ad altre trenta persone, e trasferita al centro di detenzione di San Luis, in Arizona. Ma non solo: è stata ammanettata e messa in catene, come se fosse un delinquente comune.
La sera successiva, Jasmine e le altre trenta persone sono state messe in carcere con servizi igienici limitati, senza tappetini, senza coperte e senza luce naturale. Le sole luci fluorescenti, sempre accese, rendevano l’ambiente oppressivo e insopportabile. La mancanza di comfort, l’estrema digiuna e la mancanza di qualsiasi senso di personalità hanno reso l’esperienza di Jasmine e delle altre impraticabile.
Il trattamento ricevuto da Jasmine è un esempio di come, non solo in America, la detenzione possa essere il prolungamento di una situazione di disagio e incomprensione. La mancanza di misericordia e di umana comprensione ha reso l’esperienza di Jasmine una vera e propria atrocità. Duecento giorni trascorsi in quei condizioni sono stati un incubo per molti, inclusa Jasmine, che erano state spiate dei propri diritti essenziali.