L’autoflaggelazione della comunità ebraica è la più pericolosa delle narrazioni antisemite
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L’autoflaggelazione della comunità ebraica è la più pericolosa delle narrazioni antisemite

L'autoflaggelazione della comunità ebraica è la più pericolosa delle narrazioni antisemite

Ho già scritto qui che soltanto un cretino può ritenere di carrozzare la propria idea spiegando che la propugna «in quanto ebreo». Ma si fa peggio da parte altrui quando quell'idea è presa e valorizzata appunto perché a esprimerla è un ebreo. E quest'altra faccia del fenomeno è anche più penosa e pericolosa.
Vi si assiste quotidianamente: ora è la farneticazione di Moni Ovadia sul profilo hitleriano del sionismo, la plateale fesseria che manda in orgasmo la plebaglia della fogna social e impettisce il giornalismo democratico che mette accanto all'intervista questa o quella notizia falsa scelta dal bouquet di panzane fornito dall'Ordine dei giornalisti di Settembre Nero; ora è la ripresa della blaterazione del rabbino da manicomio, che a casa sua non si fila nessuno,…

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