Lavori da incubo, la storia di Daniele: una furbata legalizzata? 🧐
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Lavori da incubo, la storia di Daniele: una furbata legalizzata? 🧐

Lavori da incubo, la storia di Daniele: una furbata legalizzata? 🧐

“Un incubo lavorativo: la storia di Daniele, una vera e propria furbata legalizzata?” 🧐

Daniele, un'individuo con una disabilità, ritorna a casa ogni sera con un cervello attorto e un grande stress. Come ha riferito lui stesso, il suo problema non è nuovo e lui ha imparato ad abitarci fin dall'infanzia. È sempre stato molto propositivo e deciso, anche se il mondo non è sempre stato cosÏ comprensivo. Di recente, Daniele ha avuto la grande opportunità di essere assunto come venditore per una grande catena di commercio che vende mobili per la casa. L'azienda è a conoscenza delle difficoltà che Daniele ha affrontato nel corso degli anni, ma sembra che queste conoscenze non abbiano cambiato molto il modo in cui è trattato all'interno della compagnia.

Durante il colloquio per l'assunzione, l'ufficio personale e la Store Manager hanno ascoltato le esperienze di Daniele e gli hanno garantito che la società sarebbe stata inclusiva e accogliente. Tuttavia, quando è iniziato il lavoro, Daniele ha iniziato a subire atteggiamenti discriminatori e insidiosi. Lui è stato diagnosticato con un ritardo psicomotorio fin dall'infanzia e presenta anche difetti generalizzati intellettivi e acquisiti (GSA).

L'azienda aveva annunciato di voler essere inclusiva, ma non ha mantenuto la sua promessa. Daniele ha subito umiliazioni e snub, è stato privato dei suoi diritti e della sua dignità. Il suo impiego è stato reso estremamente difficile, ma nonostante tutto, Daniele ha continuato a lottare e a difendere i suoi diritti.

Sembra che l'azienda non abbia capito il reale significato di “inclusività” e non abbia preso realmente misure per integrare Daniele nel team di lavoro. Lui ha bisogno di appoggio e di sostenute, ma anziché riceverli, è stato messo da parte e dimenticato.

La questione diventa ora chi piÚ chi. L'azienda è contrita di fronte alle azioni che hanno portato a un aumento dello stress e dell'umiliazione per Daniele, ma la vera questione è: come potremmo aumentare la consapevolezza sulla disabilità e come potremmo creare un ambiente lavorativo piÚ inclusivo? La vera sfida non è la disabilità in sÊ, ma il modo in cui gli individui con disabilità sono trattati e accoliti.

La storia di Daniele è un vero e proprio incubo lavorativo, una vera furbata legalizzata. Non è giusto che l'azienda abbia promesso l'inclusività e non l'abbia mantenuta. Daniele è un essere umano, con dei diritti e delle aspirazioni, non solo una disabilità.


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