Le fregnacce della destra contro Mattarella sono un regalo a Schlein
Che la destra non ami Sergio Mattarella è cosa risaputissima da anni. Che però lo squaderni a sei giorni dal voto è un autogol clamoroso. Follia pura. Chiedere, anche se retoricamente, le dimissioni del presidente della Repubblica come ha fatto il personaggio forse meno equilibrato dei leghisti, Claudio Borghi, è darsi una martellata in stile Tafazzi: «Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell'Unione europea invece che dell'Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso». Una grossolana chiosa al discorso di Mattarella che nel giorno della Repubblica aveva esaltato il ruolo dell'Europa.
Borghi, si dirà, è un mattocchio. Rincarare poi la dose da parte del capo della Lega nonché vicepresidente del Consiglio Matteo…