Le notizie del giorno | 12 luglio – Pomeridiane
I militanti del partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) hanno iniziato a deporre le armi in Iraq, segnando l'inizio di un processo di pace con la Turchia dopo decenni di ostilità. La cerimonia si è svolta nelle montagne vicino alla città di Sulaimania, nella regione curda semiautonoma dell'Iraq settentrionale. Il processo di disarmo si svolgerà in più fasi e culminerà con un disarmo regionale completo.
Il leader del PKK, Abdullah Ojalan, che è stato incarcerato su un'isola vicino a Istanbul dal 1999, ha promosso il processo di disarmo e ha affermato di credere nel potere della politica e della pace sociale, non nelle armi. Il presidente turco Erdogan ha accolto con favore la decisione del PKK e si è detto speranzoso che ciò possa portare stabilità nella regione.
Nel frattempo, la guerra in Ucraina continua a provocare danni al patrimonio culturale del paese. Secondo l'UNESCO, la Russia ha danneggiato o distrutto oltre 500 siti culturali in Ucraina, tra cui 150 siti religiosi, negli ultimi tre anni. Il commissario europeo alla cultura, Glenn Mikalev, ha accusato la Russia di avere una strategia deliberata di attacco al patrimonio culturale ucraino.
La protezione del patrimonio culturale ucraino è stata al centro della conferenza sulla ripresa dell'Ucraina. La Commissione Europea e gli Stati membri hanno annunciato di unirsi per sostenere la conservazione della cultura del paese, con un contributo di 2 milioni di euro per il settore culturale ucraino.
La guerra in Ucraina non è solo una guerra per il territorio, ma anche una guerra per i valori e la cultura. Il presidente ucraino Volodimir Zelenski ha sottolineato l'importanza di una solida capacità di difesa aerea per proteggere il paese dagli attacchi russi. La Russia ha intensificato gli attacchi con droni e missili contro l'Ucraina nelle ultime settimane, mentre il presidente russo Vladimir Putin elude le richieste di raggiungere un cessato il fuoco.
In Brasile, i sostenitori del presidente Lula da Silva hanno protestato contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e a favore della tassazione dei super ricchi. La protesta è stata organizzata in risposta all'annuncio di Trump di nuovi dazi al 50% contro Brasilia come ritorsione per il processo al suo alleato ed ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Lula da Silva ha dichiarato di attivare la legge di reciprocità brasiliana per imporre controdazzi agli Stati Uniti se i negoziati dovessero fallire.
