L'articolo “Che fa Lorenzetto di notte? Le pulci ai giornali” pubblicato sulla Repubblica intitolato “Meloni e Schlein stoccate dall'Umbria. ‘Tifi contro gli italiani'. ‘Copri i tuoi disastri'” e analizzato da Selvaggia Lucarelli, è oggetto di critiche linguistiche.
La prima critica si concentra sul significato del verbo “stoccare”, che nell'articolo è inteso come “sistemare in un magazzino come scorta”. Tuttavia, la vera radice del termine è “stoccare” come “tocco di stocco”, un'arma bianca. Ciò suggerisce che il sostantivo “stoccate” dovrebbe essere scritto con la maiuscola per rendere la frase meno equivoca.
Inoltre, l'articolo della Repubblica contiene alcune altre incongruità linguistiche. Viene citato il diritto di Maurizio Belpietro, direttore della Verità, che scrive sul suo editoriale di prima pagina: “Certo, di forze dell'ordine fresche, capaci di inseguire i delinquenti c'è bisogno”. Mancando la virgola dopo “delinquenti”, il nucleo nominale che funge da soggetto logico della frase risulta separato dal verbo.
Anche l'articolo di Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, contiene due errori linguistici. Utilizza due volte l'avverbio “nì” (“il Nì ai 209 miliardi di fondi” e “arrampicate sugli specchi per trasformare i No e i Nì in Sì”), che Lo Zingarelli 2025 registra solo come “ni”, come familiare e scherzoso. Inoltre, nel sommario della Verità, si parla di “miliardi” di tagli per eseguire i quali serviranno milioni di seghe elettriche. Tuttavia, si suggerisce che potrebbero essere necessari tagli per miliardi (di euro) anziché per milioni.
Nell'articolo sono anche analizzati errori di grammatica e sintassi in altri articoli di giornali come il Corriere della Sera, la Stampa e Domani. La critica linguistica sembra essere un tema centrale in questo articolo, che analizza diversi errori e incongruità linguistiche presenti in articoli di giornali italiani.