Christian Raimo, professore di italiana, traduttore e scrittore, ma soprattutto protagonista di una serie di controversy sulle sue frasi considerate offensive e sull’invito parolaio alla violenza. L’ultimo scalpore è stato l’intervista in cui il professore ha dichiarato che “i neonazisti vanno picchiati” e “il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, è classista, sessista e razzista, un bersaglio debole, da colpire come si colpisce la morte nera”.
Insulti e accuse reciproche sono state le rappresaglie alla richiesta di Valditara di scusa, ribattezzato da Raimo “bersaglio debole”. Sulle Figuracce, Raimo stesso ha scritto un libro in cooperativa. È una figura inedita, da meritare la definizione di “figura di merda”. Tuttavia, come sottolinea l’autore di questo articolo, sulla libertà di parola ci sono leggi specifiche che non vietano le figuracce e le iperboli.
Raimo ha difeso le sue frasi sostenendo che Valditara è “campione di cialtronaggine” e “bersaglio debole”. Ma l’esplicito invito a picchiare i neonazisti è andato controcorrente. Ancora più grave, sulla storia di Ilaria Salis e Raimo ha scomodato pure Sacco e Vanzetti per sostenere che “i neonazisti vanno picchiati”. Inaspettato il dibattito sulla scia della sua affermazione.
La replica finale di Raimo sugli omicidi dell’anarchico Cesare Battisti, di cui ha firmato un’appello per la liberazione, è stata accolta con sorpresa dal pubblico. Un chiaro invito all’autocritica? Sembrerebbe proprio cosi. François Mitterrand, leader socialista, è stato criticato per la sua dottrina sui terroristi che hanno causato danni irreparabili in Francia.
L’unica nota positiva era la sua capacità a divertire, come per esempio quando ebbe partorito un santino elettorale con la sua foto con la scritta: “La lotta, amata”, rigorosamente senza la erre. La sua sfortuna è stata di aver ottenuto una sanzione disciplinare per i suoi commenti.
Gli articoli correlati suggeriscono ancora una volta la capacità di Raimo ad accendere le tappe e a mantenere il pubblico sulla falesia.