Le vittime di Almasri raccontano le torture subite in Libia: “Su di noi cavi elettrici e fuoco”
Najeem Osama Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica, è ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità e accusato di essere un trafficante di esseri umani. Era stato arrestato in Italia il 19 gennaio scorso, ma dopo soli due giorni le autorità italiane lo hanno liberato e riaccompagnato in Libia.
Le vittime di Almasri, i migranti torturati a fini di estorsione nei confronti delle loro famiglie, hanno raccontato le loro storie di terrore e sofferenza. Hanno descritto come Almasri, insieme ad altri trafficanti, li faceva torturare con elettricità, fuoco e legacci, e come li costringeva a pagare riscatti alle loro famiglie per essere liberati.
I video delle torture, spesso inviati dalle autorità libiche alle famiglie dei migranti, sono stati pubblicati sui social media e hanno raggiunto anche il Papa Francesco, che ha espresso la sua preoccupazione e solidarietà con le vittime.
Almasri è accusato di essere il capo della prigione di Mitiga, dove i migranti sono tenuti in condizioni inumane e sono costretti a subire torture e violenze. È anche accusato di essere uno dei responsabili di un sistema mafioso che coinvolge i trafficanti di esseri umani e altre persone che commettono crimini.
La sua carriera è stata caratterizzata da una serie di promozioni, che lo hanno portato a diventare capo della polizia giudiziaria libica. Tuttavia, la sua storia è anche segnata da accuse di torture e violenze contro i migranti.
La sua liberazione in Italia ha suscitato preoccupazione e indignazione, poiché sembra che le autorità italiane non abbiano voluto consegnarlo alla Corte penale internazionale. La sua azione è stata definita “un campanello d'allarme fortissimo sul potere di questa mafia” che ha colonizzato le istituzioni libiche.
Almasri non è il solo a essere accusato di crimini contro l'umanità. Ci sono altri trafficanti di esseri umani che hanno raggiunto posizioni di potere e influenza in Libia, come ad esempio Abdurrahman al Milad, ucciso nel 2024, che era stato un trafficante e poi era diventato capo della Guardia Costiera Libica.
È fondamentale che Almasri venga consegnato alla Corte penale internazionale e che venga processato per i suoi crimini. Le vittime di Almasri e di altri trafficanti di esseri umani hanno diritto a giustizia e a protezione dalle autorità.